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ALLA RICERCA DEL SE’.

IL CONTRIBUTO DELLA PSICOLOGIA TRANSPERSONALE

 Alessandro Reati

 

Ciò che segue è la sintesi di un dialogo tra l’autore e Pierluigi Lattuada, una dei principali esponenti della psicologia transpersonale in Italia. Il testo è stato poi integrato con alcune note, piccoli schemi di approfondimento e delle indicazioni bibliografiche di base.

Domanda: Nel 1969 da un eterogeneo gruppo di antropologi, filosofi, fisici, psicoanalisti e psicologi[1], accumunati dalla vicinanza alla psicologia di indirizzo umanista-esistenziale e anche dalla frequentazione dell’Istituto Esalen[2] venne fondata una associazione che intendeva accogliere chi si interessava, secondo l’approccio scientifico, di meditazione, misticismo e trascendenza. Fu anche avviata una rivista: il Journal of Transpersonal Psychology. Questa data può essere fatta corrispondere alla nascita della psicologia transpersonale?

Risposta: In realtà la storia è più antica. Il termine “transpersonale” applicato alla psicologia, sembra essere stato utilizzato per la prima volta da Roberto Assagioli, il creatore della psicosintesi ed in seguito da Carl Gustav Jung. Sta ad indicare quelle aree della realtà psichica che si estendono oltre l’identificazione con la personalità individuale. La psicologia transpersonale pertanto sta ad indicare quell’approccio psicologico che si occupa dello studio e della cultura della spiritualità e delle esperienze spirituali in un contesto psicologico. Si caratterizza come il contributo degli ambienti scientifici allo studio ed alla comprensione dell’esperienza interiore di ordine trascendente. Esperienza che nel corso dei secoli ha ricevuto, dalle diverse tradizioni numerose denominazioni: estasi mistica, esperienza cosmica, coscienza cosmica, esperienza oceanica, peak experience, nirvana, satori, samadhi, regno dei cieli, ecc. Nella sua ricerca la psicologia transpersonale integra l’esperienza della psicologia occidentale, soprattutto del filone gestaltic, esistenziale, umanista, con le tradizioni mistiche orientali basate sulla meditazione come lo yoga, lo zen, il sufismo e con quelle sciamaniche basate sull’estasi ed il contato con le forze della natura. Subisce inoltre una forte influenza dalle più recenti acquisizioni della fisica moderna e della biofisica ed è in stretto rapporto con altre scienze quali la sociologia e l’antropologia.

D.: Riprendendo il percorso storico, è possibile considerare anche il filosofo e psicologo america William James?

R.: Certamente, nell’ambito della psicologia scientifica fu il primo, verso la fine dell’800, a studiare le esperienze mistiche considerandoli eventi psicologici quanto religiosi. Le sue teorie saranno predittive anche di altri sviluppi del pensiero psicologico contemporaneo, quali la psicologia umanistica e la psicologia della personalità[3].

D.: Freud non condivise questa impostazione, l’esperienza mistica venne da lui vista come una fantasia regressiva allo stato uterino.

R.: Sì e fu uno dei fattori di conflitto con Jung[4]. I comportamentisti riuscirono poi a spostare l’attenzione della psicologia dallo studio degli stati di coscienza ai solo comportamenti osservabili in contesti artificiali quali il laboratorio. Ciononostante sopravvisse un pensiero, sostenuto da studiosi eterogenei per formazione e provenienza, che continuò a mantenere al centro della propria ricerca la trascendenza dell’Io e l’esperienza spirituale.

D.: Jung è probabilmente uno dei più noti. Il suo postulato dell’Inconscio Collettivo[5] richiama questa dimensione inconscia come l’interconnesione di ogni psiche individuale, una interconnessione popolata da immagini archetipiche che raccolgono la storia dell’esperienza collettiva.

R.: Secondo Jung noi facciamo esperienza degli archetipi attraverso i sogni, i simboli, le favole, i rituali e le esperienze mistiche ci consentono l’accesso diretto a questa dimensione. Fu proprio Jung a sostenere che l’esperienza spirituale è la via maestra per il superamento della condizione definita come “nevrosi”. Ci sono però anche altri noti psicologi vicini all’attenzione transpersonale, ad esempio Abraham Maslow e Roberto Assagioli. Assaggioli (uno dei pochi psicologi italiani noto all’estero) si formò inizialmente come medico e poi come psicoanalista per ideare in seguito, nel 1914, un indirizzo teorico-applicativo noto come “psicosintesi”, mirato a sostenere l’individuo nell’ampliare i suoi confini verso la realizzazione di un Sé. Maslow nel 1962 fondo l’Associazione della psicologia umanistica, indirizzo che avrebbe voluto contrapporsi alla psicoanalisi ed al comportamentismo. Il suo obiettivo era di fronteggiare ciò che definiva “psicologia del malessere e della distruttività” (basata sull’osservazione del soggetto malato), con una “psicologia del benessere e della creatività”, che avrebbe dovuto valorizzare le dimensioni sane e costruttive dell’essere umano.

D.: E’ dunque corretto affermare che la psicologia transpersonale si rifiuta di considerare l’Io personale quale istanza ultima di riferimento come accade nella teoria psicoanalitica e comportamentista?[6]

R.: Sì, perché questo indirizzo ritiene che l’Io appartenga a un Tutto, un insieme sovraindividuale che lo contiene come sua parte. E’ proprio la possibilità di relazionarsi a quest’altra dimensione che porta a parlare di esperienza transpersonale, intesa come un’esperienza mentale che, oltrepassando l’Io, è in grado di trascenderlo.

D.: Com’è la situazione contemporanea, dal punto di vista degli autori e degli studi in atto?

R.: E’ uno scenario ricco e molteplice, difficile sintetizzarlo. Pierre Weil è uno dei “grandi vecchi” tuttora viventi. Ha individuato una serie di confini che limitano l’uomo nella sua visione del mondo, definendo così con maggiore precisione l’ambito di intervento della psicologia transpersonale: coscienza, memoria, evoluzione e morte. La conoscenza e la trascendenza di tali confini è infatti la principale prerogativa del movimento transpersonale[7]. Attualmente Stanislav Grof e Ken Wilber sono tra le figure più rappresentative del movimento. Grof è stato uno dei primi ad elaborare un modello psicodinamico transpersonale, oltre che una mappa delle esperienze interiori ed una metodologia psicoterapeutica specifica. Wilber è un teorico prolifico, che ha integrato i vari modelli psicologici, cognitivo, morale, psicodinamico e spirituale. I loro contributi si basano anche sulla considerazione di altri indirizzi quali quelli di Carl Rogers (che includeva il concetto di “potere spirituale trascendente” tra le caratteristiche di una persona pienamente funzionante) e di Fritz Perls (che fu profondamente influenzato dallo zen nell’elaborazione della sua Terapia della Gestalt).

PARADIGMI DELLA PSICOLOGIA TRANSPERSONALE

Ogni soggetto possiede una “natura intima”, essenziale, fondata biologicamente, naturale, innata. Questa natura è in parte specifica della persona, in parte caratteristica dell’intera specie e sembrerebbe essere “intrinsecamente buona”. Contiene i bisogni fondamentali, le emozioni e le capacità fondamentali, le potenzialità, i talenti, gli equilibri fisiologici e temperamenti, l’attrezzatura anatomica e così via.

Questo nucleo intimo è debole piuttosto che forte. Le esperienze di vita, l’educazione, le aspettative culturali, i condizionamenti, il timore della disapprovazione lo possono soffocare con facilità. I contenuti del nucleo sono prevalentemente rimossi e quindi inconsci.

La repressione dei contenuti, la loro negazione o frustrazione, può produrre malattia. I disturbi della personalità vanno pertanto considerati come il risultato di un blocco nel processo di autorealizzazione.

Il processo di autorealizzazione passa attraverso il contatto con la propria natura intima, l’accettazione del proprio sé, cioè dei bisogni e delle aspirazioni e la loro espressione. La realizzazione di queste capacità latenti o potenzialità può essere inteso come il cammino verso il “pieno compimento” dell’essenza naturale e spirituale.

Lungo questo cammino gli ostacoli possono essere ricercati nei fattori di stabilizzazione o in strutture conservative dell’io che, cronicizzate e consolidate da un eccessivo rigore nell’attenzione alle norme del sociale e/o da un “timore della psiche” possono bloccare la libera espressione del sé, portando a comportamenti stereotipati

D.: Aumenta costantemente la proposta di seminari o di esperienze di gruppo che si rifanno a pratiche artistiche, espressive dalle origini più diverse o ancora di matrice esoterica piuttosto che new age[8]. Come riuscire a comprendere quanto siano più o meno coerenti con l’approccio transpersonale?

R.: L’approccio transpersonale è caratterizzato da un processo rispettoso e progressivo e dall’attenzione al contesto (ossia alla modalità di lettura degli eventi presenti all’interno dell’esperienza, sia individuale che di gruppo). Lo psicologo accompagna il soggetto lungo un percorso che da un’iniziale esplorazione del suo mondo interiore di sensazioni, emozioni, percezioni senza apparente significato conduce verso l’indagine ed il graduale affrancamento della propria storia personale. Può seguire il passaggio attraverso esperienze di radicale trasformazione e l’accesso alla dimensione transpersonale. Non conta quindi il tipo di pratica ma il modo in cui la pratica viene orientata alla sviluppo di un’esperienza coerente con i bisogni delle persone presenti. In definitiva, è possibile che in alcune situazioni vengano usati gli strumenti tipici del processo transpersonale (quali meditazione, pratiche corporee, visualizzazioni, etc.) senza lavorare in un contesto transpersonale, così come è possibile realizzare un intervento transpersonale usando metodiche più classiche (ad esempio comportamentiste o di derivazione psicoanalitica).

 

LE LINEE ESSENZIALI DELL’INTERVENTO PSICOLOGICO TRANSPERSONALE

 

L’intervento è orientato non certo alla distruzione delle strutture conservative,

quanto alla ricerca di un equilibrio tra spontaneità e controllo.

Le tecniche disponibili sono molteplici e vengono integrate considerando tre aspetti di metodo:

 

Contenuto

Ci si riferisce alle diverse esperienze di ordine transpersonale quali:

Peak experience, Plateau experience; Nadir experience; Stati di trascendenza del sé; Stati di benessere ottimale; Esperienze mistiche; Esperienze estatiche; Crisi transpersonali dovute ad emergenze spirituali; Stati non ordinari di coscienza; Stati meditativi; Esperienze di pre-morte; Stati di sensitività ed ipersensibilità; Visioni archetipiche e mitologiche; Sogni lucidi; Stati di consapevolezza intensa, rivelazioni, insight;

 

Processo

Fasi secondo la modellistica di S.Grof (struttura dinamica dell’esperienza interiore):

-          esperienze astratte

-          esperienze biografiche

-          esperienze di morte/rinascita

-          esperienze transpersonali

Fasi secondo la modellistica di K.Wilber (spettro evolutivo della personalità):

-          fase prepersonale

-          fase personale

-          fase traspersonale

 

          Contesto

E’ il setting entro cui comprendere gli eventi. L’approccio transpersonale è il riconoscimento del contesto piuttosto che la tecnica specifica. E’ vero che la via maestra per l’accesso alla dimensione traspersonale è uno stato di coscienza meditativo ma è altrettanto vero che si possono preparare le condizioni per la realizzazione di uno spazio meditativo anche con gli strumenti più vari, come un’interpretazione, una modifica comportamentale, una ristrutturazione cognitiva, etc.

 

D.: In conclusione, possiamo allora affermare che la psicologia transpersonale è un indirizzo psicologico che ha come oggetto di riflessione le realtà psichiche più profonde, quelle che sembrerebbero estendersi oltre l’identificazione con la personalità individuale, e che come ambito di intervento identifica tutte le pratiche che possono essere d’aiuto per la realizzazione del Sé?

R.: Sì, è una impostazione condivisibile. Questo tipo di posizionamento, pur affascinante, si presta però a fraintendimenti e a perplessità. Ad esempio, recentemente Arturo De Luca[9] ha detto “Il paradigma più limitante per noi occidentali è quello newtoniano cartesiano, quello della scienza che, come nel vecchio laboratorio, presume di misurare, quantificare, fino a ridurre a scomporre l’atomo della sensazione, della percezione, anche del sentimento di questa natura immensa, complessa, intraducibile che siamo noi esseri umani. Noi psicologi transpersonali siamo una razza un po’ particolare, perché viviamo in un luogo di transizione tra il terapeuta ordinario (formato in partenza nell’area clinica e secondo una certa scuola) e il terapeuta che deve fare questo volo, questo  salto quantico che a volte ci trasforma in una sorta di saltimbanche di noi stessi, di nomadi, di viandanti”. In altri termini, percorrere con coerenza questo sentiero è possibile solo unendo testa e cuore, come anche desiderio e intento.

 

BIBLIOGRAFIA BASE IN LINGUA ITALIANA

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Assagioli R.   Psicosintesi.   Edizioni Mediterranee.

Assagioli R.   Principi e metodi della psicosintesi terapeutica.    Astrolabio.

Assagioli R.   L’atto di volontà.   Astrolabio.

Berry J.W., Dosen P.R.   Psicologia Transculturale.   Guerini.

Boggio Gilot L.   Psicosintesi e meditazione.    Mediterranee.

Boggio Gilot L.    Forma e sviluppo della coscienza - Psicologia transpersonale.    Asram Vidya.

Boggio Gilot L.   Il Sé transpersonale - Psicologia e meditazione. Yoga-Vedanta.    Asram Vidya.

Boggio Gilot L. (a cura di)    Sofferenza e guarigione - Psicologia e tradizione spirituale.   Cittadella.

Boggio Gilot L.   Crescere oltre l'io - Principi e metodi di psicologia transpersonale.   Cittadella.

Boggio Gilot L., (a cura di)    Il Tempo dell'Anima.   Psiche.

Clarkson Petruska   La relazione psicoterapeutica integrata.   Sovera

De Luca A.    Psicologia Transpersonale.   Xenia.

Fizzotti E., Salustri M.   Psicologia della religione   Città Nuova.

Grof S. e Grof C.   Emergenza Spirituale, la Crisi Personale come Rinnovamento Profondo.   RED.

Grof S. e Grof C.   La Tempestosa Ricerca di Se Stessi.   RED.

Grof S.    La Mente Olotropica.    RED.

Grof S.   Oltre il Cervello.   Cittadella.

Hillman, J.    Saggio su Pan.    Adelphi

Hillman, J.   Il Codice dell'Anima.   Adelphi.

Huxley A.   Filosofia Perenne.   Adelphi.

Huxley A.   Le porte della percezione.   Mondadori.

James W.   Le varie forme dell’esperienza religiosa.   Bocca.

Jung, C.G.   Gli archetipi dell’inconscio collettivo…  Boringhieri.

Jung G.C.   Aion: ricerche sul simbolismo del Sé.   Boringhieri.

Lattuada P.L.   Biotransenergetica.   Xenia.

Lattuada P.L.   Il mondo ulteriore; Potere spirituale e guarigione   Meb

Lattuada P.L.   Oltre la mente. La psicologia transpersonale.   F.Angeli

Lowen, A.   La Spiritualità del Corpo.   Astrolabio

May R.   Psicologia Esistenziale.    Astrolabio.

Maslow A.H.   Motivazione e personalità.   Armando.

Maslow A.H.   Verso una psicologia dell’essere.   Astrolabio.

Naranjo C.    La via del silenzio e la via della parola.   Astrolabio.

Neumann, E.   Storia delle Origini della Coscienza.   Astrolabio.

Schutzenberger A.A., Sauret M.J.   Il corpo e il gruppo.   Astrolabio.

Tart C.   Stati alterati di coscienza.   Astrolabio.

Tart, C.   Psicologie Transpersonali.   Crisalide.

Vaughan F.E.   Risvegliare l'intuizione.   Cittadella.

Vaughan F.E.    Spiritualità e salute nella psicologia transpersonale.    Cittadella.

Venturini R.    Coscienza e cambiamento - Una prospettiva transpersonale.   Cittadella.

Watts, A.W.    Psicoterapie Orientali ed Occidentali.   Astrolabio.

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Wilber K.    Il progetto Atman.   Tecniche Nuove.

Wilber K. Engler J. Brown D. P. : Le Trasformazioni della Coscienza, Psicologia Transpersonale e Sviluppo Umano.   Astrolabio.

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Wilber K.    Grazia e Grinta, la malattia mortale come situazione di crescita.   Cittadella.

Wilber, K.   Oltre i Confini.   Cittadella.

Zolla E.   La filosofia perenne.   Marsilio.

 


[1] Per la precisione: Walter Tennis, Stanislas Grof, Laurence Lee Shan, Stanley Kripner, Michael Murphy, Robert Tannenbaum, Herbert Guenther, Chogyam Trungpa, Arther Koestler, Viktor Frankl, Medard Boss.

[2] Esalen è l’antico nome che i nativi americani assegnavano a un tratto di costa californiana (tra San Francisco e Los Angeles), chiamato dagli statunitensi Big Sur (titolo utilizzato anche dallo scrittore beat Allen Ginsberg in una sua opera). Le attività del centro iniziarono nel 1962, con un seminario presenziato dai filosofi Aldous Huxley e Allan Watts. Ad Esalen, in breve tempo, fecero visita gli psicologi che avevano sviluppato l’indirizzo della non direttività (inizialmente nato a Chicago) e quello psicosociale di matrice lewiniana basato sul T-group (sviluppato dal 1947 in condizioni sperimentali ed applicative al National Training Lab di Betel, sulla costa orientale). Nel centro, tra il ’65 ed il ’75, anche tramite la riscoperta dei modelli di J.L.Moreno (psicodramma) e W.Reich, vennero ideati o implementate numerose forme di intervento quali la gestalt terapy, l’analisi bioenergetica, il rolfing, i gruppi di incontro, etc.

[3] Cfr Carotenuto A. (a cura di)   Dizionario degli psicologi contemporanei.   Bompiani, Milano, 1992.

[4] Cfr Ricordi, sogni, riflessioni.   Rizzoli, Milano, 1978.

[5] Inizialmente definito Uberpersonliche, ossia sovrapersonale.

[6] Cfr Galimberti U.   Dizionario di psicologia.   Utet, Torino, 1994.

[7] Le tesi di Weil sono così sintetizzabili: 1) La coscienza è un flusso incessante ed illimitato. I limiti sono di tipo culturale. 2) La memoria va oltre la filogenesi. 3) L’evoluzione umana non si ferma all’intelletto e alla fase di maturità sessuale ma procede verso qualità più elevate, quali: saggezza, amore, umiltà, compassione, consapevolezza, etc. 4) la morte è solo un passaggio.

[8] Una delle prime mappe delle esperienze di gruppo (Peterson S.   A catalog of the ways people grow.   Ballantine Books, 1971), ormai ampiamente superata, soprattutto quantitativamente, dai numerosi sviluppi evidenziava otto categorie focalizzate: 1) funzioni fisiche e sensoriali (aikido, bio-energia, training autogeno, massaggi) 2) sentimenti e relazioni interpersonali (Rogers e i gruppi di incontro, Schutz e i gruppi di incontro, Perls e la gestalt terapy) 3) azione e condizionamento (Skinner) 4) motivazione e volontà  (Assagioli e la psicosintesi) 5) suggestione e stati di coscienza alterati (ipnosi) 6) immaginazioni e simboli (sogno da svegli e semantica generale) 7) spiritualità (Gurdjeff, Buber, Watts, zen, yoga) 8) microambiente sociale (terapia familiare, Summerhill, gruppi Synanon).

[9] “Oltre i confini, oltre il cervello: un nuovo paradigma scientifico, una nuova visione del mondo”, intervento di A.De Luca al convegno “L’eredità della tribù. Stati di coscienza nella metropoli di fine millennio.   Milano, 1999.


Alessandro Reati, psicologo, docente incaricato presso il corso di laurea in educazione professionale, facoltà di medicina, Università degli Studi di Milano. info@alessandroreati.it

 

Pierluigi Lattuada, medico e psicoterapeuta, è responsabile della Clinica Medica Olistica Life Gate.e Direttore della Scuola Quadriennale di Formazione in Psicoterapia Transpersonale. E’ cofondatore di “Om.Associazione per la medicina e la psicologia transpersonale”. .Direttore Scientifico della rivista “La visione sottile” e autore di diverse pubblicazioni, tra cui:  Il mondo ulteriore; Potere spirituale e guarigione (Meb), Biotransenergetica; Sotto stelle diverse (Xenia) e Oltre la mente (F.Angeli).

 

Om. Associazione per la medicina e la psicologia transpersonale. Nata nel 1982, è uno dei punti di riferimento in Italia per il movimento transpersonale. Ha promosso cinque congressi internazionali: La follia e il divino, 1988; la magia della consapevolezza, 1990; Energia e coscienza, 1995; Esperienze interiori, 1996; L’eredità della tribù, 1999. E’ associata con AIPT (Associazione Italiana di Psicologia Transpersonale), FAIP (Federazione Italiana delle Associazioni  di Psicoterapia) e AIPSC (Associazione Italiana Psicoterapie Corporee),  EUROTAS (Associazione Europea di Psicologia Transpersonale) e EAP (European Association for Psychotherapy). Mantiene inoltre rapporti con le statunitensi Association for Transpersonal Psychology e International Transpersonal Association.

 

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