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DIGLI DI NON BERE!

IN STRADA, LA PROSSIMA VOLTA POTREBBE NON ESSERCI

Barbara Rossi

 

“Mamma, sono uscita con amici. Sono andata ad una festa e mi sono ricordata quello che mi avevi detto: di non bere alcolici. Mi hai chiesto di non bere visto che dovevo guidare, così ho bevuto una sprite. Mi sono sentita orgogliosa di me stessa, anche per aver ascoltato il modo in cui, dolcemente, mi hai suggerito di non bere se dovevo guidare, al contrario di quello che mi dicono alcuni amici. Ho fatto una scelta sana ed il tuo consiglio è stato giusto. Quando la festa é finita, la gente ha iniziato a guidare senza essere in condizioni di farlo. Io ho preso la mia macchina con la certezza che ero sobria. Non potevo immaginare, mamma, ciò che mi aspettava... qualcosa di inaspettato! Ora sono qui sdraiata sull'asfalto e sento un poliziotto che dice: "il ragazzo che ha provocato l'incidente era ubriaco". Mamma, la sua voce sembra così lontana. Il mio sangue é sparso dappertutto e sto cercando, con tutte le mie forze, di non piangere. Posso sentire i medici che dicono:"questa ragazza non ce la fará".  Sono certa che il ragazzo alla guida dell'altra macchina non se lo immaginava neanche, mentre andava a tutta velocità. Alla fine lui ha deciso di bere ed io adesso devo morire... Perché le persone fanno tutto questo, mamma? Sapendo che distruggeranno delle vite? Il dolore é come se mi pugnalasse con un centinaio di coltelli contemporaneamente. Dì a mia sorella di non spaventarsi, mamma, dì a papà di essere forte. Qualcuno doveva dire a quel ragazzo che non si deve bere e guidare... Forse, se i suoi glielo avessero detto, io adesso sarei viva.... la mia respirazione si fa sempre più debole e incomincio ad avere veramente paura. Questi sono i miei ultimi momenti, e mi sento così disperata.... Mi piacerebbe poterti abbracciare mamma, mentre sono sdraiata, qui, morente. Mi piacerebbe dirti che ti voglio bene. Per questo..... Ti voglio bene e....addio."

Queste parole sono state scritte da un giornalista che era presente all'incidente. La ragazza, mentre moriva, sussurrava queste parole ed il giornalista scriveva... chocato.. Questo giornalista ha deciso di iniziare una campagna di prevenzione, che certamente merita di essere sostenuta. “La prossima volta starò più attento…A me non è mai successo nulla….Quando bevo comunque mi controllo…Io ci sto attento a quel che faccio..” sono le frasi più comuni che si sentono dire comunemente da chi “beve quel bicchiere in più”, più o meno spesso. Ma la prossima volta, in strada, quando si guida, potrebbe non esserci.Per questa ragazza non ci sarà un’altra occasione, un’altra festa, un altro abbraccio.Lo stato di alterazione psico-fisica derivante dall'uso dell'alcol rappresenta un elevato fattore di rischio per il verificarsi di incidenti stradali.Gli effetti che l’alcol provoca al conducente di un veicolo riguardano la difficoltà di percepire i riferimenti e gli stimoli esterni, l'allungamento dei tempi di reazione, la difficoltà di coordinazione dei movimenti, la mancanza di consapevolezza delle proprie condizioni di rischio. E la mancanza di percezione del rischio rende difficile la possibilità di prevenzione.La guida in stato di ebbrezza, inoltre, essendo la causa principale degli incidenti stradali, è uno dei pochi reati previsti dal codice della strada. Comporta sanzioni di tipo amministrativo e penale.In base ai dati forniti dalla nostra regione, in Italia ogni anno si verificano circa 200.000 incidenti stradali, di cui il 12% in Emilia Romagna, con:

- 8000 morti,

- 20.000 invalidi,

- 170.000 ricoverati

- 500.000 prestazioni di pronto soccorso senza ricovero.

Nel 2000 il costo degli incidenti stradali era di circa 55.000 miliardi, dai 30.000 miliardi del 1993, con un andamento esponenziale alquanto significativo.

Fasce di età: al primo posto sono:

1)      14-17 anni, che è anche l’età del motorino, da cui la decisione di alcuni Comuni di prevedere un patentino anche per i tredicenni;

2)      al secondo posto 18-29 anni, l’età di inizio della guida dell’auto.

La poca esperienza, l’ebbrezza del sabato sera, il desiderio di riscatto dai genitori, il bisogno di dimostrare il proprio coraggio e la voglia di dominare la paura, rendono i giovani più a rischio. Come aiutarli è la grossa domanda che ci si pone. “Dirgli di non bere”, certo non basta, ma può essere l’inizio di un dialogo, di un pensiero alternativo, che tenga conto non solo dell’ebbrezza del sabato sera, ma anche di un concetto di libertà più etico, che tiene conto dei limiti e delle potenzialità di ognuno, che non rischia di danneggiare qualcuno. E’ la libertà del gabbiano Jonathan Livingston, che vola libero nel cielo, oltre i confini, ma non troppo vicino al sole.

 

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