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IL CASO DI ANNA  

Vincenzo Bonaventura  

 

ASSESSMENT

Anna ha quarantatre anni, è sposata con Maurizio e ha un figlio di 21 anni Valerio. Anna si presenta ansiosa, tesa. Inizio a esporle il metodo di lavoro che utilizzerò durante la terapia perché  mi serve usare un registratore per le sedute non potendo ricorrere all’uso della penna. La paziente presenta un problema riconducibile a un disturbo d’ansia generalizzata. (rif. Dsm/iv)

Caratteristiche diagnostiche

La caratteristica essenziale del Disturbo d’Ansia Generalizzato è la presenza di ansia e preoccupazione (attesa apprensiva) eccessive, che si manifestano per la maggior parte del tempo per almeno 6 mesi, nei riguardi di una quantità di eventi o attività (Criterio A). L’individuo ha difficoltà a controllare la preoccupazione (Criterio B). L’ansia e la preoccupazione sono accompagnate da almeno tre sintomi addizionali da un elenco che include irrequietezza, facile affaticabilità, difficoltà a concentrarsi, irritabilità, tensione muscolare e sonno disturbato (nei bambini è richiesto un solo sintomo addizionale) (Criterio C). L’oggetto dell’ansia e della preoccupazione non è limitato alle manifestazioni di un altro disturbo in Asse I, come avere un Attacco di Panico (come nel Disturbo di Panico, Senza Agorafobia e Con Agorafobia), rimanere imbarazzati in pubblico (come nella Fobia Sociale), essere contaminati (come nel Disturbo Ossessivo-Compulsivo), essere lontani da casa o dai familiari più stretti (come nel Disturbo d’Ansia di Separazione), aumentare di peso (come nell’Anoressia Nervosa), lamentele fisiche multiple (come nel Disturbo di Somatizzazione) o avere una grave malattia (come nell’Ipocondria), e l’ansia e la preoccupazione non si manifestano esclusivamente durante il Disturbo Post-traumatico da Stress (Criterio D). Sebbene non sempre gli individui con Disturbo d’Ansia Generalizzato possano riconoscere le preoccupazioni come “eccessive”, essi riferiscono un disagio soggettivo dovuto alla preoccupazione costante, hanno difficoltà a controllare la preoccupazione o presentano una conseguente compromissione del funzionamento sociale, lavorativo o di altre aree importanti (Criterio E). Il disturbo non è dovuto agli effetti fisiologici diretti di una sostanza (cioè una droga di abuso, un farmaco, o l’esposizione ad una tossina) o di una condizione medica generale e non si manifesta esclusivamente durante un Disturbo dell’Umore, un Disturbo Psicotico o un Disturbo Pervasivo dello Sviluppo (Criterio F). L’intensità, la durata o la frequenza dell’ansia e della preoccupazione sono eccessive rispetto alla reale probabilità o impatto dell’evento temuto. La persona trova difficile impedire che i pensieri preoccupanti interferiscano con l’attenzione ai compiti che sta svolgendo e difficoltà ad interrompere la preoccupazione. Gli adulti con Disturbo d’Ansia Generalizzato spesso si preoccupano per circostanze quotidiane, abitudinarie, come responsabilità lavorative, problemi economici, salute dei familiari, disgrazie per i propri figli o piccole cose (come faccende domestiche, riparazioni all’automobile, far tardi agli appuntamenti). I bambini con Disturbo d’Ansia Generalizzato tendono a preoccuparsi eccessivamente per le proprie capacità o per la qualità delle proprie prestazioni. Durante il corso del disturbo, il centro della preoccupazione può spostarsi da un oggetto ad un altro.Prendo informazioni generali sul suo stato di salute “malattie, interventi chirurgici se ci sono stati”. Le risposte sono negative, l’unico evento di un certo rilievo è il suicidio di un parente. Il nonno paterno che aveva una moglie “non vedente” e che, a detta della paziente, ha influito sullo stato d’animo del marito per tutta la vita.

 

AMBITO LAVORATIVO

Anna è una venditrice ambulante di borse e pelletteria in genere e lavora al banco assieme al marito da circa venti anni da quando si sono sposati.Ecco un estratto dei primi colloqui.

T. Qual è il problema per cui sei venuta?

Anna “inizia a piangere” .Il mio problema è cominciato tanti anni fa quando ho fatto due aborti. All’inizio pensavo che sarebbe finito tutto lì una volta abortito, ma non avevo calcolato quello che mi avrebbe lasciato dentro.  Mi sono sentita sconvolta interiormente “per me tu hai ammazzato una persona” capito che voglio dire?Il giorno dopo aver abortito, ho agito  come se niente fosse. Ho preso la macchina per andare a lavorare, a metà strada sono dovuta tornare in dietro. Praticamente mi girava tutto. Avevo tachicardia, una sensazione che non avevo mai provato prima. Non ero più padrona di me stessa, Sono arrivata sull’Appia, ho girato e sono andata a casa. Mi sono sdraiata sul letto e mi sono detta – “ma che cavolo è?” Il giorno dopo riprendo la macchina e mi si ripresenta la stessa situazione. Non potevo più stare a contatto con la gente, vomitavo, avevo giramenti di testa, stavo malissimo. Dopo circa sei sette mesi, un’altra gravidanza.

t. L’aborto è stato una tua scelta?

Anna si una scelta. Una scelta che dicevo:  ho finito senza sapere che incominciava qualcosa di ancor più grande. Questo lo so adesso.  Allora non lo sapevo. sapevo solo che mi sentivo male e basta.

t. quanti anni avevi all’epoca?

Anna avevo 28 anni. Dopo l’altra gravidanza e il secondo aborto chi mi conosceva pensava che avessi qualche tumore stavo sempre male, vomitavo, svenivo sempre  anche in mezzo alla strada.

t. aspetta parliamo ancora del primo aborto. Dopo l’intervento, che ti hanno detto i medici che era andato tutto bene?

Anna si quello stai un giorno solo all’ospedale e finisce tutta la storia. Il problema sono io che ho accusato questa situazione dentro di me. Non riuscivo a capire cosa mi succedeva. Io sapevo solo che stavo male, ma non sapevo il motivo. Se era un fatto di coscienza di “inconscio”.

t. in quel periodo che cosa sentivi, questo male di che tipo era?

Anna era qualcosa dentro che mi schiacciava, mi pesava, mi toglieva il respiro, non dormivo più la notte.

t. Che sintomi fisici   avevi? 

Anna i battiti del cuore accelerati, la pressione bassa. Ho fatto tante analisi ma le analisi erano sempre a posto. Poi c’è stato il secondo aborto e lì è stato proprio il tracollo finale. Cascata morta.

Risonanza emozionale

Ho sentito una grande “vicinanza” con la paziente, ma anche un grosso coinvolgimento emotivo. Ho pensato: come posso aiutarla? Meglio lasciarla parlare e farle poche domande. Ho sentito che aveva un gran bisogno di tirar fuori tutto il suo “malessere”.

 

Selezione sintomi

La sintomatologia di Anna, pur non potendo esser ricondotta a una specifica classe diagnostica del dsm iv, può essere definita come “disturbo d’ansia generalizzato. Si presenta ogni qualvolta la paziente viene stimolata da persone a lei vicine “figlio e marito”. Si assiste a un’escalation dell’ansia che partendo da un semplice stimolo come può essere una asserzione del figlio o del marito, va via via crescendo fino a provocarle tremori, tachicardia con conseguente blocco del pensiero. La paziente rimane bloccata, incapace di formulare pensieri e tanto meno di compiere una qualsiasi azione.

Episodio 1

L’altro giorno Maurizio mi ha detto: “io con Valerio non ci tornerei a lavorare manco morto”. Perché?  Perché a me Valerio mi carica da morire e io gli ho risposto vedi, la stessa cosa a me succede con te. Tutti i giorni sono vent’anni che io provo questa sensazione.La paziente usa il termine “caricare” per intendere una attivazione a livello dell’arausal. Le asserzioni del marito, fanno aprire il loop, che una volta aperto innesca l’escalation progressiva del disturbo che la porta al tremore e al blocco del pensiero.

Strumenti di rilevazione del comportamento

Dopo aver ascoltato Anna, le ho fornito alcune spiegazioni sull’ansia. Il perché dell’ansia e la sua valenza che può essere negativa ma anche positiva nel senso di segnale di stato di allarme, che ci consente di poter essere pronti a reagire. In seguito a ciò le ho detto che è importante imparare a discriminare le emozioni. Una tecnica molto valida allo scopo è l’abc delle emozioni che le ho dato da compilare.Lo riporto integralmente di seguito.

 

ABC DELLE EMOZIONI

 

Data:02/12/2004__________________

 

Inizia la compilazione dal punto C, poi vai al punto A e infine completa il punto B.

 

       A. Situazione

(Descrivi brevemente la situazione in cui ti trovavi quando hai provato l'emozione spiacevole: dove eri, con chi eri, cosa stavi facendo.)

Discutevo con Maurizio per la caldaia e la sua solita risposta- “mi sono scordato” e il suo tono di voce mi ha fatto esplodere tutto il rancore e la rabbia che ho nei suoi confronti____________________________________________________________________________

 

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B. Pensieri

(Indica quello che ti è venuto in mente, le cose che hai pensato in quel momento.)

quello che mi è venuto in mente gliel’ho urlato in faccia rinfacciandogli tutto, il mio fallimento lavorativo, la mia salute e il futuro che mi aspetta.  X _______________________________________________________________________

 

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Adesso rileggi i pensieri e fai una X vicino a quelli che ti sembrano distruttivi o irrazionali.

 

C. Emozione

(Descrivi come ti sei sentito e poi indica l'intensità, cioè quanto è stata forte la tua reazione emotiva.)

 

Mi sono sentita una bomba, sono esplosa era troppo tempo che lo  lasciavo caricarmi avevo proprio bisogno di sfogarmi e di fargli capire il mio disprezzo nei suoi confronti_______________________________________________________________

 

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Livello di Intensità (segna una X sul numero):

                        1                        2                        3                        4                        x

               quasi niente      poco               abbastanza         molto           moltissimo

 

 

ABC DELLE EMOZIONI

 

Data:10/12/2004__________________

 

Inizia la compilazione dal punto C, poi vai al punto A e infine completa il punto B.

 

       A. Situazione

(Descrivi brevemente la situazione in cui ti trovavi quando hai provato l'emozione spiacevole: dove eri, con chi eri, cosa stavi facendo.)

ho sentito la sveglia che suonava ed erano le cinque. Pensavo che Valerio da un momento all’altro si sarebbe alzato e invece niente continuava a dormire e io sono stata quasi per due ore a chiamarlo e automaticamente a innervosirmi____________________________________________________________________________

 

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B. Pensieri

(Indica quello che ti è venuto in mente, le cose che hai pensato in quel momento.)

 

in quel momento ho pensato che gli  avrei messo le mani al collo per sgrullarlo da questo suo modo di comportarsi,x oppure non chiamarlo del tutto così perde il posto di lavoro e impara.x  ____________________________________________________________________________

 

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Adesso rileggi i pensieri e fai una X vicino a quelli che ti sembrano distruttivi o irrazionali.

 

C. Emozione

(Descrivi come ti sei sentito e poi indica l'intensità, cioè quanto è stata forte la tua reazione emotiva.)

 

ho incominciato a tremare e mi faceva male lo stomaco. Avevo anche i battiti del cuore accelerati e alle otto di mattina ero priva di energia.______________________ _________________________________________

 

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Livello di Intensità (segna una X sul numero):

                        1                        2                        3                        4                        x

               quasi niente      poco               abbastanza         molto           moltissimo

 

 

 

Pensieri, sentimenti e azioni

Anna racconta un episodio che le è accaduto  una decina di anni fa. Ha avuto uno sbalzo di pressione. Ed è andata in farmacia a misurare la pressione. La trovano bassa. Chiede al farmacista se può prendere qualcosa, il farmacista le dà delle gocce di cui non ricorda il nome. Lei va al bar, prende queste gocce e comincia ad avvertire dei fortissimi tremori che definisce “attacchi epilettici” chiede al vicino di banco di aiutarla e rimane venti minuti con questa sensazione finché non arriva il marito.Maurizio la porta al pronto soccorso, lei arriva lì stremata non riesce a parlare col portantino che la porta sulla barella. Lui le chiede se ha litigato col marito, lei non riesce a parlare lui conclude “è ansiosa”, Le dà delle gocce che lei dopo poco vomita. In seguito viene un medico a cui lei spiega quello che è accaduto. “Da allora non mi definisco più coi medici, non dico sono una persona in questo o in quel modo”. Questo episodio è particolarmente significativo per la risonanza emotiva che ha avuto sulla paziente. La sua difficoltà di elaborare risposte congrue agli stimoli spiacevoli la porta a trarre conclusioni come “da allora non mi definisco più con i medici. Non dico sono una persona in questo o in quel modo”.Da questo episodio ho preso spunto per cercare di entrare nella “porta” che mi si era aperta in quel momento. Quindi con una serie di domande specifiche come “come ti sei sentita?” Quali erano i pensieri che hai fatto in quel momento”? sono riuscito a farle tirar fuori la consapevolezza del suo stato.

 

Storia di vita

Anna è una venditrice ambulante di borse e pelletteria in generale che si sposta in diversi punti della città a seconda della disponibilità di posto. Fa questo lavoro da vent’anni con il marito Maurizio. Negli ultimi mesi le manifestazioni dell’ansia si sono fatte più frequenti. Insieme ad esse vi è infatti, un significativo aumento degli incubi notturni che lei mi racconta. Ne riporto uno qui a titolo dimostrativo.

Anna: io stavo nella camera da letto. Hanno bussato, Maurizio è andato ad aprire sono entrate delle persone. Io mi sono messa un bastone dietro la schiena e ho nascosto Valerio dentro un armadio. Sono andata nell’altra stanza e ho visto un ragazzo che aveva un cerotto sul naso era  tutto fasciato e gli ho detto: ah ma tu sei Mirco  - e lui mi ha detto – ma mi conosci? No non ti conosco ma so che tu sei Mirco  e sei venuto a cercare Valerio. Anna attribuisce  questi incubi alla mancanza di serenità. L’incubo la porta a dormire male e a svegliarsi peggio. Dice: dormo un paio di ore per  notte , mi sveglio e sento il cuore che mi scoppia e lì è finita la mia notte di sonno alle tre del mattino.

 

Indicatori

Come indicatori metterei i segnali che scatenano la reazione ansiosa della paziente quali “situazioni estreme” in genere sono asserzioni del marito o del figlio. I sintomi sono palpitazioni, tachicardia, ripercussioni a livello dello stomaco e soprattutto tremori. Potremmo riportare una delle frasi che la paziente ripete spesso per definire lo stato in cui si trova all’insorgere dei tremori: “mi va il sangue al cervello”.

 

 Riflessioni

Al momento attuale della terapia, stiamo all’ottava seduta, non è facile per me rintracciare delle linee guida per il trattamento di questa paziente. Quello che credo di comprendere è che questa persona ha avuto una vita di rinunce e di sacrifici fatti nel nome del “banco di venditrice ambulante” che l’hanno portata allo stato di malessere attuale che probabilmente avrebbe un miglioramento se lei cambiasse la sua situazione lavorativa.  Cosa che nelle ultime sedute si sta riproponendo di fare. C’è da dire che ha avuto dei miglioramenti a seguito dei nostri incontri dovuti probabilmente al solo fatto di poter parlare con qualcuno dei suoi problemi e dei suoi sintomi.  Nelle fasi successive della terapia, mi ripropongo di sistematizzare l’analisi funzionale a 7 colonne per determinare sia l’interesse prioritario della paziente, che il fine specifico.

 

RISULTATI  DELL’ANALISI FUNZIONALE

L’interesse prioritario della paziente, è il perseguimento dell’efficienza  a qualunque costo. Criteri operativi  sono il controllo delle emozioni “non può permettersi di essere debole”; il fine specifico è ottenere l’approvazione del marito.

 

Sedute successive.

Nelle sedute successive abbiamo affrontato il problema del cambiamento di lavoro per la paziente. All’inizio Anna si sentiva angosciata dal pensiero che potesse succedere qualcosa al marito e lei non avrebbe saputo come tirare avanti. 

Anna:  domenica sera Maurizio si è sentito male, io volevo portarlo al pronto soccorso, ma lui ha insistito che non voleva andare all’ospedale e ha continuato a ingurgitare farmaci. Ho pensato oh Dio e che succede se Maurizio muore? Mi sono sentita crescere l’ansia.

Con la tecnica della “freccia discendente” abbiamo lavorato sulla situazione riportata. Gradualmente anche nelle sedute successive Anna ha acquistato consapevolezza del fatto che lei è una persona capace, che anche senza il marito è in grado di cavarsela.

In una seduta successiva abbiamo

Lavorato sul problema di affrontare una visita neurologica a cui la paziente doveva sottoporsi per valutare le cause dei suoi tremori.

Abbiamo simulato in studio il momento in cui doveva prendere appuntamento con la neurologa utilizzando “il gioco di ruolo razionale-emotivo”.

Nelle successive sedute ho fatto uso di varie tecniche comportamentali come “il gioco di ruolo” le strategie di coping e altre. Con l’apprendimento di tali tecniche la paziente ha avuto dei significativi miglioramenti  dell’umore e gradualmente ha costruito una nuova fiducia in se stessa e nelle sue capacità.

Negli ultimi mesi Anna ha mostrato dei miglioramenti tangibili: sparizione dei sintomi i tremori, la tachicardia e il senso di costrizione a livello dello stomaco. Non ha più incubi e il livello di ansia è molto più basso rispetto ai primi mesi. È rilevante anche come il livello di autostima si sia elevato e come l’analisi di realtà stia sempre più prendendo il  posto della sfiducia e della disistima con cui si percepiva prima. Non meno importante è da considerare il cambiamento dei rapporti col figlio. Lei si percepisce diversa, cambiata, e Valerio percepisce questo cambiamento della madre, avendo nei suoi confronti un nuovo modo di porsi che include, tra l’altro, una disponibilità che la paziente non ha mai avvertito prima da parte del figlio.

 

Conclusioni

La terapia ha avuto una durata di sei mesi circa, con cadenza settimanale. Le sedute sono state di 45 minuti circa e la paziente è quasi sempre stata puntuale.Mi ripropongo di vederla a breve per un primo followup.

 

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