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IO, PORNODIPENDENTE. SEDOTTO DA INTERNET

VINCENZO PUNZI

COSTA & NOLAN EDITORE – ROMA - 2006 – PP. 318  -  € 8,60 -  FORMATO 10,5 x 19

 

La dipendenza dalla pornografia da internet rientra tra i cosiddetti IAD, Internet Addiction Disorder.Tale dipendenza ha le caratteristiche di una patologia ossessivo-compulsiva. Il pornodipendente non può fare a meno della pornografia web ed è “posseduto” da essa.Può arrivare a perdere l’autonomia personale, il senso del sé e dell’altro, e quindi la libertà: si rifugia in un mondo di fantasie sessuali, lontano spesso dalla normale vita, lontano dai legami sentimentali e dal rapporto con gli altri.I percorsi della cura per “uscire dal tunnel” sono spesso lunghi e tortuosi.Da un punto di vista scientifico, come Goldber e Stolerman (1986) ci ricordano, i risultati terapeutici nell’area delle dipendenze sono ben lontani dal poter essere considerati esaltanti e si collocano nelle valutazioni ad un anno dal trattamento su percentuali che vanno dal 20 al 50%.Si è constatata inoltre, sempre nell’ambito delle dipendenze, l'elevata recidività intesa come il ripresentarsi del sintomo, o lo scivolamento da un sintomo all’altro.Malgrado ciò, tramite il lavoro condotto con lo psicoterapeuta Gianni Lanari, l'autore descrive, attraverso diverse fasi (tra cui la costituzione e lo sviluppo del primo gruppo italiano di auto aiuto on line per dipendenti da pornografia web con gli attuali circa 1800 iscritti) la sua progressiva liberazione dalla dipendenza.Il libro è la storia di un uomo che attraversa il dramma della pornodipendenza per uscire, metaforicamente, dal tunnel, riscoprendosi diverso. E’ la storia di una progressiva presa di coscienza di sé stesso.In alcuni momenti si ha la sensazione che la mortificazione del corpo trasudi anche nelle parole, nelle immagini proposte, che esprimono talvolta nella loro crudezza la stessa violenza, la disperazione a cui l’uomo non riesce a sottrarsi.La domanda che attraversa il libro è “chi mi può capire?”, come una richiesta di vicinanza, di condivisione, di poter essere accompagnati, per una volta, da qualcuno che è vicino, che sente, che non giudica a priori, che rispetta. Ed ecco il terapeuta, prima, che aiuta a prendere respiro, ed il gruppo poi, in un grande abbraccio, da cui può nascere questo libro, da cui può rinascere l’uomo.L’urlo di dolore può diventare così un urlo di gioia, per aver dato vita a qualcosa di nuovo, che gradualmente si sviluppa e cresce.Restano dei nodi critici, delle domande, che l’autore solleva e che restano aperte per il lettore.

1. Guarigione: quando si può dire che un “dipendente” è guarito? Cosa significa “uscire dal tunnel”? Significa ridurre gli episodi? Imparare a convivere con altri modi di rifugiarsi in se stessi? O si può vivere senza la pornodipendenza?

2. Il ruolo degli esperti e dell’aiuto: come riconoscere e distinguere tra chi porge la mano per farti uscire dall’acqua e chi inconsapevolmente ti spinge e ti vuole annegare? Capirà il terapeuta anche se non ha vissuto questa dipendenza?

3. Il ruolo del gruppo. La potenza rigenerante del gruppo è ormai nota, e l’autore ne descrive la forza propositiva. Il rischio di questi gruppi è che costituiscano un clan, un sottogruppo idealizzato che si chiude “all’ipocrisia” del mondo. Ma questa sarà un’altra sfida per l’autore e i partecipanti al gruppo.

4. La pericolosità sociale del fenomeno. La facilità di accesso a internet e ai mezzi di informazione, spesso in modo solitario, ha fatto diminuire sempre di più l’età di inizio del problema pornodipendenza.

5. La comprensione del fenomeno. L’autore offre una descrizione brillante di un mondo parallelo in cui ci si può trovare imprigionati, proponendo interpretazioni soggettive, nate anche dal confronto col gruppo ama.

6. La pigrizia. Come deve essere interpretata la pigrizia del pornodipendente? Fino a che punto il non attivarsi per uscire dal proprio rifugio, andando oltre i propri limiti, è un risultato comunque significativo?

In fondo, ogni nodo critico può diventare un’ottima opportunità per una sfida e per una successiva vittoria.

 

Barbara Rossi

Presidente Onorario del C.I.S.P. (Centro Italiano Sviluppo Psicologia)

 

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