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VE L'AVEVO DETTO!

  CESARE  DE SILVESTRI

 

Durante una visita ai miei parenti scozzesi, e portando dei fiori a quelli ci hanno lasciati, vidi una lapide con incise queste parole "I told you I was sick !" Che in italiano significa "Ve l'avevo detto che mi sentivo male!" Il ricordo di è tornato in mente leggendo sul New York Times un articolo che conferma il discorso di un mio articoletto in cui prevedevo come la notizia e le immagini del micidiale attentato suicida-omicida dell' 11 settembre 2001, con quelle altrettanto drammatiche del successivo sviluppo del terrorismo, potessero provocare una serie di problemi psicologici in tante persone. Vantarsi di una previsione azzeccata non è mai elegante. Anzi, è piuttosto antipatico. E avevo subito dismessa la tentazione di scrivere "ve l'avevo detto" tenendo presente il caso più o meno divertente del povero Highlander (Heelander in scozzese) che infine era morto per poter dimostrare che aveva ragione. 

Second Thought

La cosa quindi sarebbe rimasta lì, se non fossero sopraggiunte in modo incalzante le conferme di un consistente aumento di disturbi emotivi non solo negli Stati Uniti ma anche in altri paesi del mondo cosiddetto occidentale. A questo punto riprendere il discorso sulle conseguenze del riuscito proditorio attacco contro New York e il Pentagono, di quello non riuscito contro la Casa Bianca, e degli ulteriori episodi di carneficina, non mi è più parso dettato dalla sciocca vanteria del "ve l'avevo detto", bensì della seria presa d'atto di un fenomeno che riguarda tante persone e che ci riguarda direttamente come esseri umani e come operatori dell'igiene mentale. Direttamente in modo concreto ed immediato perché l'ondata di disturbi psicologici che dicevo sopra è arrivata a lambire anche l'Italia con un notevole aumento dei casi di depressione segnalato persino dalla torpida e disattenta stampa locale.

Ma c'è di peggio

E il peggio a venire assumerà molto probabilmente la forma di altri casi non solo di depressione ma, secondo l'ipotesi patogenetica di Albert Ellis, già confermata negli Stati Uniti, comprenderà anche altri disturbi di varia natura. Avremo cioè a che fare con problemi primari di disperazione autocommiserativa per il mondo orribile in cui i pazienti si trovano a vivere, problemi secondari d'ostilità verso tutti i terroristi veri o presunti, e problemi di terzo livello di depressione mista autosvalutativa e autocommiserativa per l'impossibilità personale e istituzionale di una sicura difesa contro il pericolo. Se mi poso però permettere una modesta chiosa all'ipotesi di Ellis, ho l'impressione che da noi aumenteranno soprattutto i problemi d'ansia. Viviamo infatti in un paese dove l'atmosfera più diffusa sembra quella dell'incertezza, della diffidenza e dell'apprensione.  Un paese dove la dominante cultura di stampo clerico - fascista impedisce lo sviluppo di un sia pur minimo rispetto di se stessi come individui e come cittadini, ed insegna piuttosto ad aver paura di tutto e di tutti - dall'inferno  agli extracomunitari e persino ai vicini di casa. Un paese dove i mass-media gonfiano le notizie più orripilanti per arraffare almeno un po' di lettori e di spettatori un una popolazione che vanta alti livelli d'ignoranza, analfabetismo e credulità. Un paese dove politici e classi dirigenti non rispettano nemmeno le proprie leggi e favoriscono e sfruttano in modo criminale le peggiori caratteristiche etno-antropologiche indigene. Un paese dove le poche voci d'ispirazione civile e di ragionevole lungimirante saggezza vengono ignorate o affogate nel generale bailamme cannibalesco di partiti e cosche più o meno mafiose - quando pure non vengono eliminate una volta per tutte e per sempre. 

Nota apologetica

Naturalmente questa e soltanto una delle mie solite riflessioni provocatorie, molto personali, senza alcuna pretesa di essere incontestabile. Il che mi dispensa del fornire un'adeguata serie di fonti e citazione. Ma se qualcuno vuol prendersi la briga di cercarle in rete, e sa farlo ed ha almeno una rudimentale conoscenza della lingua inglese, può trovarne quante ne vuole. Un punto da cui cominciare la ricerca dei dati clinici può essere httm:www.medscape.com.

 

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