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PAROLE IN LIBERA USCITA

 CESARE  DE SILVESTRI

 

Oggi vorrei occuparmi di alcuni vizi linguistici che imperversano nel parlare comune e persino nella prosa scritta.Soltanto alcuni di essi comportano un rischio patogeno, ma tutti rappresentano deformazioni cognitivo che possono avere cattivi effetti sull'equilibrio logico-semantico del dialogo interno, su quello del discorso parlato e scritto, e su quello della comunicazione con gli altri. Insomma, non c'è male. Forse non riguardano specificamente l'ambito clinico, ma sono brutture fastidiose, irritanti, contrarie al fluire ordinato del pensiero e dell'eloquio.Quando pure non arrivano a contrabbandare contenuti e messaggi grossolanamente inesatti, erronei, falsi e depistanti. 

Il museo degli errori

Non sto parlando dei mostruosi vandalismi commessi contro l'ortografia, la punteggiatura, la grammatica e la sintassi. Non solo da parte della popolazione meno acculturata di questo paese dove l'analfabetismo continua a sfiorare punte del 25%. Ma anche da parte di fior d'intellettuali, laureati, professori e docenti universitari. Per non parlare dei giornalisti e degli uomini politici - compresi quelli disgraziatamente al governo : ministri e sottosegretari di destra o di sinistra. L'ignoranza, si sa, non ha bandiera. Specialmente l'ignoranza più paludata e presuntuosa. Persino un papa, rivolgendosi al re d'italia per protestare contro il progetto di rendere obbligatoria l'istruzione, scrisse questa parola con due z ("istruzzione") in una lettera autografa - un chirografo, come lo chiamano in Vaticano per esaltane l'importanza. Il re non gli diede retta, e fece bene, ma forse non si accorse nemmeno del badiale strafalcione da lapis rosso. No .Semmai di questo parlerò un'altra volta. Ho una crescente raccolta di formidabili esempi recenti e recentissimi, sempre aggiornata grazie anche all'acuta attenzione e sensibilità di alcuni carissimi amici. Qui voglio invece occuparmi soltanto di uno di quei vizi linguistiche che dicevo in apertura e che non offendono tanto grammatica e sintassi quanto piuttosto il ragionamento e il buon senso.

Antichi e moderni

Alcuni di questi vizi sono molto vecchi e talmente incastrati nella lingua da passare quasi inosservati. Altri sono di più recente acquisizione - una specie di moda, auspicabilmente passeggera - ma hanno purtroppo la tendenza a divenire abitudini, ad essere quindi dati per scontati, ed infine ad imporsi nell'uso, nella consuetudine e nel costume. Ne citerò un esempio antico (almeno quanto le famigerate traduzioni sbagliate dal latino ) che fiorisce sulla bocca di persone per altri versi rispettabili e colte ma che lo ripetono con la massima convinzione e sicurezza senza il minimo dubbio critico sulla sua consistenza e coerenza - tanto meno della propria.

Regole ed eccezioni

Tale mostriciattolo è rappresentato dalla famosa frase secondo cui "l'eccezione conferma la regola". Il che non è assolutamente vero. E' anzi vero l'esatto contrario perché, come ci possono spiegare epistemologi e filosofi, a volte basta una sola eccezione per far crollare la regola. Se ricordo bene, è stato Popper a fare l'esempio della regola "tutti i cigni sono bianchi" che può venir confutata in modo micidiale della presenza di un solo cigno nero. Il senso esatto del detto latino non è infatti che l'eccezione "confermi" la regola, bensì che la metta alla prova, la sfida ed eventualmente la neghi. Donde l'impegno di chi crede alla regola nel cercare di sviluppare ipotesi ad hoc per tener conto dell'eccezione senza abbandonare la regola. Se gli riesce, quest'ultima si può ancora considerare almeno temporaneamente valida. Se non gli riesce, tanti saluti alla regola. Il fatto che lui abbia detto una bugia conferma la regola che lui dice sempre la verità? Il fatto che la mia ragazza sia andata a letto con un mio amico conferma la regola che lei fa l'amore soltanto con me? Il fatto che il capo del governo abbia detto una nuova cazzata conferma la regola che lui parla sempre in modo sensato? E il fatto che venga trombato alle prossime elezioni confermerà la regola che la maggioranza vota per lui? 

 

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