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DIARIO DI UN DEPRESSO (07/05/2007)

Oggi sto malissimo. Forse ho dormito troppo. IL sonno ha caratterizzato questo mio periodo di aspettativa e si è bevuto gran parte della mia vita. E’ solo colpa mia: mi sono fatto avvolgere dall’abbraccio mortale di Morfeo e non solo non so resistergli ma gli vado anche incontro a cercarlo. 6 mesi sprecati, buttati via, senza avere le idee chiare sul come sfruttarli, su cosa fare. L’unica cosa che mi era chiara è che mi sarei dovuto curare e anche qui la cosa è andata male. Per colpa mia? Non lo so, in fondo non sono io che mi prescrivo i medicinali. Tendo a dare retta ai consigli di mia sorella, per cui ora ho due medici di riferimento e non so come coordinarli. La vita mi sta sfuggendo di mano, non ho più il controllo delle cose e degli eventi. Sono facilmente arrendevole. Ovviamente il dubbio che mi assale di più è se rientrare in ufficio o meno. A volte mi dico che sarò protetto da A*** ma A*** non può proteggermi come io vorrei: fare un lavoro facile e routinario. Ho smesso di leggere le mail dell’ufficio e ho paura che impazzirò quando dovrò leggerle tutte in ufficio. Soffro le aspettative che tutti avranno su di me: non tornerò minimamente cazzuto come L**** mi ha chiesto. La psicoterapia non sembra darmi alcun beneficio e non so decidere di mollarla. Il contratto di abbonamento con 3 è andato a farsi fottere: mi è costato almeno un paio di milioni e anche qui non so reagire: ho mandato una lettera di disdetta piuttosto semplice, priva di giuste rivendicazioni che non ho saputo scrivere. Una cosa che mi spaventa è che l’inattività del mio cervello per 6 mesi si sia trasformata in una specie di ragnatela che mi immobilizza il cervello, per cui farò molta fatica a riattivare tutte le sue funzioni. Il pensiero delle mie dimissioni si è ormai intrufolato nelle mie sinapsi e gira tranquillo nei meandri della mia materia grigia. IN fondo l’ho già fatto due volte e la storia tende a ripetersi. V****** cerca di aiutarmi il più possibile, ma anche lei ha il suo da fare e cerca di scrollarmi, senza risultato. L’unica cosa che funziona è il sonno: quello, come ho già detto, funziona anche troppo. Adesso vado a fare i compitini di G*****, giusto per fare qualche cosa. Le prescrizioni che mi ammolla sono mediamente incomprensibili o, meglio, difficilmente fattibili: devo decidere al più presto se mollarlo o meno.

 

 


 

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