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Lo shopping compulsivo

Antonella Ciardo e Alessandra Di Pasquali

 

Nel contesto sociale in cui viviamo si è  diffusa la mentalità di un atteggiamento consumistico e di una spinta ad incoraggiare il comportamento d'acquisto, nonostante l'evidente aumento dell'insufficienza di denaro anche nei ceti sociali medi.Fare shopping è divertente, aiuta il buon umore e consente di scaricare la tensione nei momenti di stress. Non sempre lo shopping è un piacevole e rilassante passatempo, spesso per alcuni l’impulso a comprare diventa incontrollabile e si trasforma in quella che gli psichiatri chiamano "sindrome dello shopping compulsivo" o shopping obbligato.Si tratta di un disturbo dove non è facile segnare il confine tra "acquisto normale" e "patologia dell'acquisto", per cui i fenomeni di acquisto compulsivo, detti anche "consumopatie", come la "sindrome da shopping", possono essere definiti il risultato dell'intreccio tra una manifestazione del disagio individuale e uno stile di vita proposto dalla società che esalta e dà sempre maggiore spazio all'acquisto del superfluo.Lo shopping compulsivo, presenta molte caratteristiche simili alla dipendenza da sostanze: la tolleranza porta i soggetti ad incrementare progressivamente tempo e denaro speso negli acquisti, così come i tossicodipendenti devono aumentare la dose di assunzione della sostanza per ottenere gli effetti desiderati. Il craving, l’incapacità di controllare l’impulso a mettere in atto il comportamento è presente in entrambe le patologie, in particolare nella dipendenza dagli acquisti esso assume le caratteristiche della compulsione, intesa come alleviazione di un sentimento spiacevole. L’astinenza produce un grande malessere nello shopper compulsivo che, per qualche motivo, si trovi impossibilitato a fare acquisti.McElroy (1994) è stata una delle prime autrici ad occuparsi dei criteri diagnostici dello shopping compulsivo e ha indicato i seguenti criteri per effettuare tale diagnosi: A. La preoccupazione, l’impulso o il comportamento del comprare non adattivi come indicato da uno dei seguenti elementi:

1. frequente preoccupazione o impulso a comprare, esperiti come irresistibili, intrusivi o insensati;

2. comprare frequentemente al di sopra delle proprie possibilità, spesso oggetti inutili (o di cui non si ha bisogno), per un periodo di tempo più lungo di quello stabilito.

B. La preoccupazione, l’impulso o l’atto del comprare causano stress marcato, fanno consumare tempo, interferiscono significativamente con il funzionamento sociale e lavorativo o determinano problemi finanziari (indebitamento o bancarotta).

C. Il comprare in maniera eccessiva non si presenta esclusivamente durante i periodi di mania o ipomania.

Lo shopping compulsivo causa problemi significativi quali stress, interferenze con il funzionamento sociale e lavorativo, disagi familiari e coniugali e gravi problemi finanziari. Prima del comportamento compulsivo è frequente la presenza di stati d’ira, frustrazione, tristezza e solitudine che vengono sostituiti da una sensazione di onnipotenza, euforia e persino eccitazione sessuale durante l’acquisto. Dopo di esso si avverte un forte calo di tensione e una sensazione di forte gratificazione, anche se di breve durata in quanto repentinamente sopraggiungono profondi sensi di colpa e l’intensa vergogna per il proprio comportamento che provocano profonde sofferenze e notevoli danni all’autostima. L’identikit dei compulsive buyers (shopper) fornisce preziose informazioni sulle caratteristiche sociali e culturali di quanti manifestano questo disagio: il 90% dei soggetti è rappresentato da donne (sono in aumento anche gli uomini) che appartengono a una fascia sociale media; molte sono casalinghe, segretarie, impiegate e con un’età media di 40 anni. In merito a quest’ultimo punto, va detto che avvisaglie e sintomi di questa difficoltà rispetto agli acquisti si avvertono in questi soggetti già nell’adolescenza.Per quanto riguarda la tipologia dei prodotti prediletti dai “compulsive shoppers” le donne sembrano più predisposte all’acquisto di oggetti che aumentino e migliorino il loro aspetto fisico e, quindi, il loro potere seduttivo quali: scarpe, vestiti, borse, profumi e gioielli. Come si può notare gli oggetti summenzionati sono tutti strumenti che rientrano nell’immaginario collettivo di bellezza o cura dell’aspetto. Questo dato è di fondamentale importanza perché fornisce indicazioni molto utili sulle cause ipotetiche dello shopping compulsivo. Una delle cause riscontrate da tutti gli autori che hanno trattato lo shopping compulsivo è il basso livello di autostima che queste persone cercano di colmare fagocitando oggetti come per riempire il vuoto esperito. L’attrazione per questo genere di articoli da parte delle donne può essere correlato al tentativo di migliorare il proprio livello di autostima attraverso un miglioramento della propria immagine ma, chiaramente, le cause sottostanti la dipendenza da shopping hanno radici più profonde che esulano dal semplice aspetto esteriore. Gli uomini, invece, prediligono simboli di potere e prestigio, come telefonini, computer, attrezzi sportivi, etc. Gli oggetti acquistati sono in ogni caso inutili e spesso vengono regalati o buttati via, o addirittura nascosti in un angolo della casa, lontano dalla vista del soggetto e soprattutto dei familiari, che in genere sono all’oscuro del problema. Anche nel caso degli uomini affetti da dipendenza da shopping uno dei problemi e delle cause più frequenti risiede nel basso livello di autostima riferito dai soggetti ma, come si nota dalla tipologia di oggetti diversa, rispetto a quella delle donne, il tentativo di apparire migliori ai propri e altrui occhi sfocia nell’acquisto di status simbol che rappresentino il potere e il progresso.

BIBLIOGRAFIA

Guerreschi C. (2006). New Addiction. Le nuove dipendenze. San Paolo, Cuneo.

Kraepelin E. (1915). Psichiatrie. 8th ed., Germany , Johann Ambrosius Barth.

Guerreschi C. (2006). Shopping Compulsivo. Lo Shopping Compulsivo, una passione da dimenticare. Campomarzo editrice, Bologna.

 

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