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IL CORPO NON MENTE

di Barbara Rossi

 

A tutti piacerebbe essere sempre all'altezza delle situazioni, coraggiosi quando serve, efficienti al punto giusto, capaci di fare ciò che vogliamo, apprezzati, socievoli, sereni e felici, soddisfatti e realizzati. Un sacco di qualità insomma, che non sono affatto facili da raggiungere né da mantenere. Capita allora che ci siano nostre debolezze, o punti critici, o fragilità, o problemi, che se non trovano in noi un adeguato ascolto, finiscono per giocare brutti scherzi. In psicologia, infatti, vale la regola che si può riuscire a mentire agli altri ma non a se stessi. Ed ecco allora comparire sintomi, disturbi di vario genere, come campanello d'allarme. Il caso per certi versi emblematico e misterioso si ha quando è il corpo che va in allarme e si blocca in una qualche funzione. Si parla in questi casi di disturbi psicosomatici, dove corpo e psiche comunicano segretamente: ciò che non si può dire viene espresso tramite il corpo. Il rischio in questi casi è di non tenere nella giusta considerazione la parte psichica, o la parte somatica. E' evidente che non si può curare un tumore con la psicoterapia senza cure mediche, e forse è meno evidente pensare che non si possono curare con successo certi disturbi come il mal di testa o una gastrite solo dal punto di vista sanitario. Il massimo risultato si ha solo dando il giusto peso sia alla componente somatica sia alla componente psichica, integrando le cure necessarie. Suonerà strano che mal di testa, gastriti, ulcere, disturbi respiratori, ipersensibilità cutanea, disturbi vaganti…… possono avere una componente anche psicologica. Ad esempio, esiste una vasta letteratura che dimostra come il fatto di istituire un servizio di psicologia all'interno di un reparto ospedaliero riduce in modo significativo i giorni di degenza, il consumo di farmaci, gli effetti collaterali di alcune terapie mediche ed il numero di ricoveri successivi alle dimissioni: ciò che potrebbe sembrare inizialmente un dispendio di risorse economiche potrebbe rivelarsi un risparmio, con associato l'incremento di benessere per il paziente. In sintomo che si sviluppa, infatti, non è mai casuale, ma è sempre collegabile a precise fantasie inconsce, quindi ha un senso legato anche all'intero ciclo vitale della persona e ai rapporti interpersonali importanti che vive. Sui disturbi psicosomatici i fattori emozionali occupano un posto di primo piano, benché le cause siano sempre complesse. Ciò che serve è una lettura simbolica del sintomo, quale indizio di qualcosa che possa diventare comunicabile. Talvolta diventa possibile prendersi cura solo di un corpo malato, e non anche della sofferenza emozionale dovuta ad un difficile rapporto con se stessi, e/o coi genitori, e/o col partner. Le emozioni negative sono le più difficili da ammettere anche a se stessi, col risultato di farsi carico di pesi eccessivi, che alla fine ci logorano. Il gruppo di terapia diventa un luogo da privilegiare per la cura, proprio perché può offrire un'esperienza e non solo una comprensione di ciò che manca per arrivare ad un maggior benessere. E' il caso di G., giunto in psicoterapia su consiglio medico per problemi di gastrite. Pur non comprendendo inizialmente che relazione ci fosse tra la sua gastrite e la psicologia, ha provato a seguire questo percorso di ricerca accettando l'aiuto di altri. Continuando a curarsi nel corpo, si occupava anche della sua mente e delle sue emozioni. All'interno di un gruppo di psicoterapia, dopo aver fatto chiarezza sulle sue emozioni e sui suoi desideri, ha potuto comprendere meglio "i pensieri che non riusciva a digerire", legati al suo rapporto di coppia e agli obiettivi di vita che si erano "bloccati". Non tollerava quella situazione ma sentiva di non poter far nulla per paura di perdere la sua compagna. Il lavoro di gruppo gli ha permesso di uscire da quella situazione di impotenza trovando le parole giuste, riprendendo il suo progetto di vita, constatando la scomparsa della gastrite. F., di fronte alla comparsa di una "crisi ematica", scopre in terapia che non avrebbe mai potuto ammalarsi psichicamente in virtù della sua organizzazione mentale, ma solo distruggersi nel corpo. Gli fu chiara la relazione tra il suo corpo sofferente e il non poter più contare sulla protezione di una persona "potente" e che, inoltre, sarebbe stato calpestato da questa potenza indifferente non appena se ne fosse andato per la sua strada personale anziché seguire le mete dell'altro. A volte gli ostacoli che sentiamo ci rendono problematico il vedere la via d'uscita, e farsi aiutare da un altro è una delle scelte più coraggiose e difficili da compiere. Anche perché non è facile distinguere chi può essere una guida per il proprio percorso, e chi può diventare un'illusorio ammaliatore.

 

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