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Stress e Lavoro

Gli effetti delle promozioni e i rimedi dello sport

Rosario Passanante

 

Lo stress è spesso causa d’insonnia, mancanza d’appetito, tachicardia, senso di inadeguatezza e anche frustrazione. Esso emerge come un insieme di reazioni che possono manifestarsi in più forme: psicologico (insicurezza, nervosismo); comportamentale (aumento del fumo, squilibri alimentari); fisiologico (problemi respiratori). Reazioni scatenate sia da fattori esterni alla persona (mobbing sul lavoro) o anche interi (insoddisfazione e frustrazione sul lavoro). È un fenomeno che colpisce moltissimi lavoratori, non solo i subordinati con poche responsabilità ma anche manager e imprenditori che proprio in questo periodo di crisi finanziaria, possono trovarsi di fronte alla necessità di licenziare, sia come diretti responsabili dell’impresa sia perché imposto da qualcuno più in alto. Il licenziamento è un provvedimento che può causare, in chi lo impartisce, sensi di colpa, inadeguatezza, insicurezza professionale e perdita del proprio ruolo. D’altro canto non potendo decidere quali e quante persone licenziare, può decidere come farlo, come e in quale momento comunicarlo, scegliendo le parole giuste per renderlo meno traumatico e in ogni modo preparandosi alle possibili reazioni. In ambito lavorativo, lo stress è un problema che in Europa colpisce circa 40 milioni di persone e rappresenta la prima causa di assenza sul lavoro, non solo per le difficoltà di tipo organizzativo, ma anche per interazioni sotto forma di minacce, molestie o mobbing. Fenomeno in crescita, soprattutto tra le persone che si prendono cura degli altri e che non sono supportate da un’organizzazione del lavoro sufficientemente strutturata per aiutarli, come gli infermieri, carenti nel nostro Paese e che spesso sono sottoposti a turni massacranti e ad organizzazioni non sempre adeguate. Fino a qualche anno fa gli impiegati, dopo aver ricoperto lo stesso incarico per lungo tempo, beneficiavano di un miglioramento di status sociale, una promozione, che generava a sua volta un benessere psicologico, dettato dalla consapevolezza di aver acquisito maggior valore dal punto di vista professionale, favorendo anche il benessere fisico. Adesso le cose sembrano essere cambiate, le promozioni e l’improvviso carico di maggiori responsabilità, potrebbero portare a un aumento dello stress, dell’ansia e della depressione. Ciò significa che non genererebbero alcun tipo di benessere e sarebbero anche responsabili di ulteriore stress e trascuratezza della propria salute. Una promozione sul lavoro non è scontata che sia positiva come molti sperano, la salute mentale dei lavoratori di solito peggiora, e in un modo che va al di là di un semplice cambiamento a breve termine. Sicuramente farà bene alla carriera e al conto in banca, ma non sembra altrettanto giovare alla salute mentale dei lavoratori. È emerso che soggetti conducenti un lavoro stressante o che vedevano aumentare il loro stress nel corso degli anni, andavano incontro ad un’incidenza di depressione esattamente doppia rispetto a chi diminuiva il proprio carico di lavoro o svolgeva mansioni meno stressanti nell’arco degli anni. Un risultato significativo che, quando la tensione lavorativa cresce notevolmente, dovrebbe spingere molti impiegati a compiere delle scelte di vita più opportune. Problemi che potrebbero essere aggravati anche dal fatto che i neopromossi hanno meno tempo per recarsi dal proprio medico curante. In breve, per colpa della nuova posizione lavorativa si trascura la propria salute. Ricevere una promozione non è così semplice e automatico come le persone credono, i quali dovrebbero ricevere un corretto supporto e anche un’apposita formazione, per imparare a gestire le nuove responsabilità senza farsi travolgere dallo stress. Un buon suggerimento potrebbe essere diluire i tempi di lavoro. Spesso ci ritroviamo con dei carichi di lavoro da svolgere nella metà del tempo necessario e che hanno bisogno della stessa attenzione di, quando sono svolti in tempi ordinari. Lo svolgimento delle proprie mansioni può esser diluito in un periodo maggiore, tenendo conto dei tempi di lavorazione e di accumulo di stress da parte dei dipendenti. Occorrerebbe mettere in atto una metodologia che valuti la tempistica dello svolgimento delle diverse mansioni. Alleggerire la propria agenda dai numerosi appuntamenti oppure cercare di diminuire il carico di lavoro, quando la tensione diventa eccessiva potrebbe rappresentare una soluzione per evitare il rischio di depressione. Per non mettere a rischio la propria salute psicofisica è possibile prevenire lo stress. Si possono seguire dei corsi di prevenzione, i quali forniscono gli strumenti per gestire la fase emotiva e reagire allo stress in maniera consapevole e ragionata. Nei casi più gravi si consiglia un aiuto esterno, che può essere una risorsa in più per imparare a valutare con lucidità cause e opportunità. Appoggiarsi ad uno specialista non è certo una debolezza, anzi è segno di gran maturità, consapevolezza dei propri limiti e capacità di individuare intorno a se le opportunità per migliorare. In alternativa qualcuno assume farmaci, altri preferiscono la psicoterapia o addirittura c’è chi pratica dello sport. Questo ultimo ha dato risultati molto soddisfacenti sia negli esiti che nella durata, mens sana in corpore sano. Le persone che riescono a fare esercizio fisico durante i giorni lavorativi, producono molto di più, sono più felici e soffrono meno lo stress rispetto a chi non si allena. Le persone che si allenano prima di andare a lavoro o nella pausa pranzo, traggono benefici fisici e mentali che le rendono più attive e di buon umore, effetto che sembra perdurare anche nei giorni di riposo, costatando miglioramenti significativi nell’organizzazione del lavoro, nelle relazioni interpersonali e nel rendimento in generale e di essere meno predisposti allo stress, riuscendo a risolvere più facilmente i problemi che si presentano. Anche il sesso, come lo sport, sembra influire sullo stress. Fare del buon sesso riduce lo stress sul lavoro e migliora le prestazioni. È emerso che i soggetti soddisfatti della propria vita sessuale sono quelli che subiscono meno stress sul lavoro. Connessione più evidente negli uomini, molto più esposti allo stress, se il proprio rapporto con la partner non è stato del tutto appagante. Essi sono più interessati alla frequenza con cui si fa sesso, rispetto alle donne che tendono a preferirne la qualità. Emerge così un’interazione tra lavoro e famiglia dove i deludenti risultati lavorativi influiscono nell’intimità, e viceversa.

 

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