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Il Progetto Welcome. Dall'accoglienza alle dimissioni protette, l'importanza della psicologia in un reparto di chirurgia oncologica avanzata.

Ilaria Bordone e Irene Bertinotti

 

La presa in carico del paziente malato di cancro ha assunto negli ultimi anni la caratteristica della multidisciplinarietà. Per una buona “presa in carico” è indispensabile che si venga a crearsi una sinergia d'equipe tra medici, infermieri, psicologo e assistente sociale al fine di  raggiungere una assistenza di qualità, attenta anche agli aspetti emotivo-relazionali del paziente, oltre che fisici e funzionali. L'assistenza “olistica” centrata sui bisogni del paziente è stata formalizzata in un percorso che va dall'accoglienza alle dimissioni protette, denominato Progetto Welcome. Tale esperienza multidisciplinare è attiva dal 2008 nel Reparto di Chirurgia Oncologica dell'Ospedale Molinette di Torino, diretto dal Dott. Claudio Zanon, che  ha avuto la intuizione di inserire a tempo pieno nel proprio organico una psicologa che si occupa della presa in carico di pazienti oncologici avanzati. La figura professionale dello psicologo accompagna il paziente oncologico dall'accoglienza alle dimissioni, ne rileva i bisogni assistenziali, attiva figure specialistiche differenziate in grado di fornire una  risposta immediata e a lungo termine alle criticità rilevate. Lo psicologo ha all'interno di questo modello di intervento la responsabilità di mediare tra paziente e istituzione, attraverso la rilevazione della Qualità di Vita dell'utente all'ingresso, con una griglia di valutazione multidimensionale che include anche le risorse sociali del soggetto, le eventuali difficoltà emotive e di coping, la concomitanza di impaiments di varia natura. Rilevata e inquadrata la situazione attuale del paziente si predispongono per esso interventi ad hoc, volti al sostegno psicologico del medesimo e della famiglia, all'attivazione di presidi medici e agevolazioni sociali, al fine di proteggere il percorso di cura e renderlo efficace ed efficiente al massimo grado possibile. Il reparto di Chirurgia Oncologica e Tecnologie Biomediche Applicate si occupa particolarmente di interventi chirurgici su tumori colorettali, una delle forme tumorali più frequenti nei paesi occidentali industrializzati. La letteratura scientifica, di seguito in rassegna, ha evidenziato molte criticità connesse a questo tipo di patologia. I pazienti colorettali sottoposti ad intervento chirurgico vanno incontro a  modificazioni significative del funzionamento intestinale e a difficoltà psicologiche e relazionali. Nel caso di pazienti stomizzati gli studi concordano nel fatto che questi vivano come particolarmente problematica la modificata percezione dello schema corporeo (Ross et al. 2007;  Sideris, Zenasni, et al. 2005), l'incontinenza urinaria e gli effetti secondari della chemioterapia (Ross et. al. 2007). Dopo le dimissioni, i pazienti stomizzati sperimentano diverse difficoltà direttamente collegate alla stomia, quali: la rottura del sacchetto (62%), la percezione olfattiva di cattivo odore (59%), l'ansia o la depressione associate alla nuova condizione (53%) ( Richbourg et al. 2007). Tali problematiche determinano un peggioramento della Qualità di Vita (QoL) di questi pazienti, che si mostrano più problematici circa le prospettive future e, se pazienti maschi, con maggiori difficoltà di natura sessuale rispetto ai pazienti colorettali senza stomia (Ross et. al. 2007; Bekker et al. 1995) Uno studio (Bekker, 1995) mette in evidenza come il 57% dei pazienti stomizzati abbia un abbassamento della libido, il 23% presenti problemi psicologici ed emotivi e come il 45% riduca i propri contatti sociali. I pazienti senza stomia che presentano problematiche intestinali di urgenza o incontinenza fecale mostrano punteggi nella QoL non differenti dai pazienti stomizzati (Vironen et. al.,2006). La QoL dei pazienti colorettali non può dunque essere valutata solo in base alla presenza o meno di stomia, ma più verosimilmente tenendo in considerazione la presenza o meno di effetti secondari scarsamente controllabili dal paziente (Wilson et al. 2006) e come tali determinanti una condizione di incertezza di difficile gestione anche dal punto di vista psicologico e sociale. Le problematiche dell'umore quali ansia e depressione sono significativamente presenti nei pazienti colorettali stomizzati (Ross et al. 2007;  Cheung et al. 2003). Emerge dalla letteratura l'importanza della rete sociale nel determinare la QoL dei pazienti colorettali operati: in particolare si ritiene che i pazienti con una situazione di coppia stabile abbiano maggiore probabilità di sopravvivenza anche in virtù di una probabile maggiore combattività nella cura della malattia (VillingshØj, Ross,et al. 2006). Tra i fattori demografici che influenzano ansia e depressione vi sono certamente l'età e lo stato civile; maggiore ansia viene sperimentata sia al momento della diagnosi che durante il decorso della malattia; i pazienti con tumore in stadio avanzato sperimentano una situazione più difficoltosa e disperante rispetto ai pazienti con tumore in fase iniziale (Parker et. al., 2003). Lo studio di Parker  (2003) suggerisce inoltre l'importanza di fornire al paziente una rete sociale di sostegno al fine di minimizzare l'impatto della malattia e favorire un adattamento positivo alla stessa. Uno scarso supporto sociale prima dell'operazione è associato con maggiore ansia e depressione nel post-operatorio e lo stadio avanzato di malattia correla con punteggi di ansia maggiori e minore benessere emotivo (Sharma, Sharp et al. 2007). La ricerca suggerisce, con i pazienti oncologici, di porre speciale attenzione alle ben note tematiche  della paura dell'isolamento, di perdita dell'autonomia  e di identità, di convivenza con il corpo mutilato, per le quali il sostegno psicologico, sia in termini di intervento psicoeducativo,  di tecniche di rilassamento (Cheung et al., 2003) e di miglioramento dell'autoefficacia, sia di intervento psicoterapeutico è auspicabile e raccomandabile. Conoscere ed intervenire sul coping che il paziente mette in atto nella situazione di malattia può aiutarlo i pazienti  nel suo percorso ospedaliero e può influire sia nel miglioramento dello stile di vita in seguito alle dimissioni (Matsushita et. al., 2005). pe runa buona pratica clinica è importante che lo stile di coping di un paziente sia riconosciuto, con opportune rilevazioni testistiche e accurati colloqui clinici,  influenzato o modificato attraverso opportuni interventi psicoeducazionali nel caso si riveli disadattivo(Matsushita et. al., 2004). L'assistenza psicologica e un adeguato assessment dell'ambiente medico e ospedaliero svolgono dunque un ruolo fondamentale nella prevenzione di sofferenze psicologiche, quali, per esempio, eccessivi livelli di ansia e depressione nei pazienti, stili di coping non efficaci nella gestione della malattia e difficoltà socio-relazionali. Nel Progetto Welcome è dunque prevista l'attivazione routinaria anche dell'assistente sociale che, in stretta collaborazione con lo psicologo e la caposala del reparto ha posto in essere svariate iniziative a sostegno dei pazienti, dall'invio a strutture di lungodegenza, all'hospice, all'attivazione dell'assistenza domiciliare (ADI), al passaggio a strutture di riabilitazione. Il criterio utilizzato per la determinazione dei pazienti che necessitano la presa in carico da parte dello psicologo è stato basato sui punteggi ottenuti alla HADS (Zigmond, Snaith, 1983) oppure su richiesta esplicita del paziente e/o dei famigliari, o ancora sulla decisione autonoma della psicologa che  viene costantemente aggiornata sulle condizioni cliniche del paziente e ha modo di confrontarsi con i “vissuti” più o meno espressi circa la malattia e la degenza in ospedale. Di seguito i grafici con i valori di ansia a e depressione a T1(tempo1= ingresso in reparto)  e T2 (tempo2= dimissioni dal reparto) di 39 pazienti che hanno partecipato al progetto Welcome. La linea di cut-off per determinare la necessità di presa in carico da parte dello psicologo è data dal punteggio > = 15

Nel secondo grafico, rappresentato di seguito, sono evidenziate le variazioni dei valori di ansia e depressione tra T1 e T2 dei pazienti reclutati.


Un dato importante da tenere presente nell'analisi delle variazioni della sintomatologia ansiosa e depressiva, è che per ciascuno di questi pazienti il decorso clinico della malattia influisce in modo significativo sullo stato psicologico, e rappresenta una variabile della quale non è possibile effettuare previsioni certe. Pazienti, per esempio, che a T1 presentano livelli bassi di ansia e depressione possono manifestare scores molto alti in seguito ad un percorso ospedaliero particolarmente difficile. I risultati evidenziano una generale riduzione della sintomatologia ansiosa e depressiva  tra i due momenti di rilevazione dei dati. Tra il momento del ricovero e quello delle dimissioni, dunque, lo stato psicologico dei pazienti sembra migliorare, fatta eccezione per alcuni casi in cui è possibile siano intervenute variabili cliniche e complicazioni post operatorie gravi. L'intervento psicologico e l'accompagnamento programmato alle dimissioni sembra dunque svolgere un ruolo importante nella gestione e nel miglioramento dello stato emotivo e psicologico dei pazienti; una presa in carico che tenga conto anche di questi aspetti, inoltre, garantisce un periodo di ospedalizzazione migliore, spesso di minore durata e può influire positivamente sull'andamento clinico medico della malattia. Concludendo il Progetto Welcome si è mostrato un buon metodo di intervento multidisciplinare sul paziente oncologico. Nonostante ci sia bisogno di maggiori ricerche per validare scientificamente i risultati, una prima analisi descrittiva mette in evidenza una diminuzione di ansia e depressione nei pazienti presi in carico, al momento delle dimissioni. Di particolare importanza nel progetto è la possibilità che diverse figure professionali intervengano sinergicamente sul paziente, attuando un piano di cura che renda possibile l'accurata analisi dei bisogni del paziente e la programmazione di dimissioni personalizzate e protette.

  

Bibliografia Welcome

Cheung YL, Molassiotis A, Chang AM, The effect of progressive muscle relaxation training on anxiety and quality of life after stoma surgery in colorectal cancer patients. Psychooncology. 2003 Apr-May;12(3):254-66.

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Matshuita T., Matshusima E., Maruyama M.,  Psychological state, quality of life, and coping style in patients with digestive cancer. General Hospital Psychiatry .2005 Mar-Apr;27(2):125-32.

Parker PA, Baile WF, de Moor C, Cohen L., Psychosocial and demographic predictors of quality of life in a large sample of cancer patients. Psychooncology. 2003 Mar;12(2):183-93.

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Richbourg L, Thorpe JM, Rapp CG., Difficulties experienced by the ostomate after hospital discharge. Ournal of  Wound Ostomy and Continence Nursing. 2007 Jan-Feb;34(1):70-9.

Ross L, Abild-Nielsen AG, Thomsen BL, Karlsen RV, Boesen EH, Johansen C., Quality of life of Danish colorectal cancer patients with and without a stoma.  Supportive Care in Cancer. 2007 May;15(5):505-13. Epub 2006 Nov 14.

Sharma A, Sharp DM, Walker LG, Monson JR., Predictors of early postoperative quality of life after elective resection for colorectal cancer. Annals of Surgical Oncology. 2007 Dec;14(12):3435-42.

Sideris L, Zenasni F, Vernerey D, Dauchy S, Lasser P, Pignon JP, Elias D, Di Palma M, Pocard M., Quality of life of patients operated on for low rectal cancer: impact of the type of surgery and patients' characteristics. Diseases of the Colon and Rectum. 2005 Dec;48(12):2180-91.

Villingshøj M, Ross L, Thomsen BL, Johansen C., Does marital status and altered contact with the social network predict colorectal cancer survival? European Journal of Cancer. 2006 Nov;42(17):3022-7.

Vironen JH, Kairaluoma M, Aalto AM, Kellokumpu IH., Impact of functional results on quality of life after rectal cancer surgery. Diseases of the Colon and Rectum. 2006 May; 49(5):568-78

Wilson TR, Alexander DJ, Kind P., Measurement of health-related quality of life in the early follow-up of colon and rectal cancer. Diseases of the Colon and Rectum. 2006 Nov;49(11):1692-702.

Zigmond A.S., Snaith, RP., The hospital anxiety and depression scale. Acta Psychiatr Scand . 1983 Jun;67(6):361-70.

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