Benvenuti! Telefonateci ai n. 0622796355 - 3473157728.  Siamo a ROMA in Piazza Sempronio Asellio 7 (metro A Giulio Agricola/Tuscolana/Don Bosco/Cinecittà)

Il C.I.S.P. ti offre la possibilità di avere a disposizione gratuitamente per trenta minuti uno Psicoterapeuta a cui poter fare qualsiasi tipo di domanda riguardante il potenziamento del tuo BENESSERE. Per usufruire del servizio...

L’obiettività non esiste

Paola Locci



Un uomo arriva correndo alle spalle di un’anziana signora e le dà un violento spintone. La signora, proiettata parecchi metri più in là, cade rovinosamente. L’uomo, a sua volta, cade in terra. Un osservatore casuale potrebbe interpretare questa scena nel senso di un atto di violenza feroce e gratuito. Se pensa ad eventuali motivazioni, la prima cosa che gli viene in mente è un tentativo malriuscito di scippo. E l’emozione che ne scaturisce è di indignazione e rabbia verso chi ha compiuto un gesto così inqualificabile. Un secondo osservatore vede qualche elemento in più della stessa scena: la signora viene spinta mentre sta attraversando la strada, una macchina sta per travolgerla. Si tratta indubbiamente di un tentativo dell’uomo di salvare la signora dall’investimento. Il gesto ha una motivazione logica, e il sentimento che l’osservatore prova è, nei confronti della signora, di sollievo per il pericolo scampato. Un terzo osservatore ha modo di vedere ancora qualcos’altro: la signora è caduta in terra, ma in salvo. L’uomo, caduto a sua volta, è rimasto in mezzo alla strada e sta per essere investito in pieno dall’auto. L’attenzione si sposta decisamente sull’uomo, e l’emozione che ne consegue è di apprensione per la sua sorte e di profonda ammirazione per il suo coraggio. Ognuno dei tre è convinto di aver visto i fatti come si sono svolti. L’osservazione non è come può apparire, qualcosa di assolutamente neutrale, oggettiva. Viceversa è influenzata da numerosi fattori, tra cui l’attenzione e l’esperienza dell’osservatore. L’attenzione è quel processo mediante il quale noi cogliamo solo alcuni elementi e ne sfuochiamo o ignoriamo degli altri. Se guardo attentamente il video del mio computer, mi sfuggirà senz’altro il movimento di qualcuno alle mie spalle, o anche un suono non troppo forte, come ad esempio un clackson per strada. (Se invece uno stimolo è abbastanza forte, attirerà la nostra attenzione anche se la nostra attenzione era impegnata in qualcos’altro). Nell’osservare qualcosa, ci si serve primariamente di informazioni sensoriali semplici, quelle cioè forniteci dai nostri sensi. Questo è facilmente comprensibile se osserviamo un oggetto. Prendiamo una matita: è lunga, è sottile, è leggera, è di legno, è gialla, è lucida, odora di legno e grafite, se cade fa un particolare rumore che siamo in grado di riconoscere, e così via. Se ci pensiamo bene, ognuna di queste caratteristiche non è assoluta, ma relativa a dei termini di riferimento che conosciamo per averli appresi e memorizzati. Prova ne è che non la assaggiamo, perché sappiamo già che non è commestibile! Infatti, ammesso che i nostri sensi ci forniscano tutte le informazioni necessarie a rilevare tutti i particolari di un determinato oggetto, il processo non termina qui: alle informazioni sensoriali si aggiungono impressioni, pensieri, ricordi, emozioni - il complesso delle esperienze - che vanno a comporre il "puzzle" di ciò che alla fine definiamo matita. E’ intuibile quanto più complesso possa essere il processo di osservazione, e relativa interpretazione, quando invece che di oggetti, si parli di esseri viventi e degli avvenimenti che li riguardano. Wilfred R. Bion (1897-1979), che ha studiato in particolare le dinamiche dei gruppi ed i problemi posti dall’osservazione, dice: “L’osservatore ideale è quello senza memoria, né desiderio”. Naturalmente nessuno può essere senza memoria, ma è importante essere consapevoli di questo patrimonio mnemonico per evitare il più possibile le cosiddette trappole dell’osservazione che possono essere collegate ad un eccesso di oggettività o ad un eccesso di soggettività. Bisogna cioè tener presente che osservato e osservatore fanno parte dello stesso sistema il che comporta grandi difficoltà ad osservare senza inquinare con le caratteristiche dell’osservatore. In altri termini, quello che accade è inevitabilmente “filtrato” dall’osservatore; questo non è necessariamente negativo: può anzi portare ad una più precisa osservazione del fenomeno. Ad esempio se un cane e un gatto dimenano la coda, possiamo oggettivamente dire che entrambi stanno compiendo lo stesso movimento. Ma è l’esperienza (soggettiva) che a tale movimento ci fa dare la giusta interpretazione: il cane scodinzola per fare le feste, il gatto scodinzola per nervosismo. In conclusione, bisognerebbe essere sempre molto prudenti quando si descrivono i fatti, la realtà, la verità: quasi sempre si tratta di fatti, realtà, o verità parziali, soggettive, liberamente - e inconsapevolmente - rivedute e corrette dalle nostre conoscenze, dalla memoria, dalla nostra esperienza, viste cioè attraverso quei particolari personalissimi occhiali che costituiscono il nostro modo di vedere la vita.


  P S I C   T V  La Web Tv per la Psicologia e La Psicoterapia   

 


CISP

www.psic.tv  www.cisp.info  www.attacchidipanico.it  www.psicoterapie.org  www.tossicodipendenze.net
 www.disturbisessuali.it  www.ossessioniecompulsioni.it  www.terapiadicoppia.it  www.prevenzione-psicologica.it www.psicosi.net  www.fobia.it  www.depressioni.it  www.ansie.it  www.infanziaeadolescenza.info  www.terapiedigruppo.info  www.psicoterapie.info  www.lavorodigruppo.eu www.disturbialimentari.com

ritorna alla homepage

Copyright © CISP