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CORSO DI ADDESTRAMENTO ALLA COMUNICAZIONE ASSERTIVA

(come gestire i conflitti)

Il corso ha ottenuto 12 crediti ECM per tutte le professioni sanitarie e il riconoscimento dall'Ufficio Scolastico Regionale per il Lazio

Promozione del benessere fisico, psicologico e sociale in ambiente di lavoro

Dott. Matteo SIMONE

Psicologo, Psicoterapeuta, Terapeuta EMDR

Il benessere del personale negli ambienti di lavoro è un obiettivo che dovrebbe essere perseguito dai datori di lavoro o dirigenti per molteplici motivi, dovrebbe essere permesso ai lavoratori sedentari di svolgere un minimo di attività fisica durante l’orario di lavoro o quanto meno agevolarli in qualche modo, per esempio attrezzare il luogo di lavoro prevedendo un luogo dove poter allestire una piccola palestra oppure ricavare nei luoghi di lavoro un ambiente dove potersi docciare per invogliare i lavoratori a raggiungere il posto di lavoro attraverso un’attività fisica come bicicletta o corsa dove lo permette il percorso non trafficato e non inquinato. “L’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) raccomanda un minimo di 30 minuti di attività fisica moderata (che include ma non si limita allo sport) al giorno per gli adulti e di 60 minuti per i bambini.” (1) Con l’anzianità di servizio dei lavoratori sedentari si riscontra un aumento di problematiche di salute collegate all’aumento del peso, al consumo di tabacco o alcool, e, quindi, incentivando, invogliando i lavoratori sedentari ad un minimo di attività fisica potrebbe verificarsi, per esempio, che almeno una piccola percentuale senta il bisogno di fumare di meno o di bere meno alcolici per essere più in forma per praticare un minimo di attività fisica, e di tutto ciò ne trarrebbero vantaggio prima di tutto gli stessi lavoratori sedentari e le proprie famiglie, inoltre, se i lavoratori sedentari diventano più prestanti, più in salute ne trarrebbero vantaggio anche i datori di lavoro o dirigenti che anche se dovessero fare a meno di una parte del tempo che i lavoratori decurterebbero all’orario lavorativo, in compenso potrebbero contare sul personale che, ad esempio farà meno assenze per malattia e meno pause per il fumo. Nel mondo, secondo l’O.M.S., il 60% di tutti i decessi e il 47% del peso globale delle patologie è dovuto a malattie coronariche. Si prevede che per il 2020 queste stime raggiungano il 73% e il 60%. Una regolare attività fisica di media intensità aiuta a prevenire e ad alleviare molte delle patologie coronariche. Dunque la sedentarietà rappresenta un importante fattore di rischio se si considera che il 60% della popolazione non riesce a fare neanche quei 30 minuti giornalieri di attività fisica moderata consigliata. Secondo l’O.M.S l’inattività fisica causa circa 2.000.000 di decessi ogni anno a livello mondiale. Si stima che a livello globale l’inattività provochi il 10% - 16% sia dei casi di cancro al seno, di cancro al colon, sia di diabete e circa il 22% delle malattie ischemiche cardiache. In base alla più recente indagine sulle condizioni di lavoro nell’UE, promossa dalla Fondazione Europea per il Miglioramento delle Condizioni di Vita e di Lavoro, lo stress lavorativo risulta essere la condizione maggiormente percepita in associazione con il deterioramento della salute dal 30% dei lavoratori dei 21500 lavoratori intervistati, con maggiore prevalenza tra i colletti bianchi (36%) rispetto ai lavoratori manuali (23%). “Gli individui possono impegnarsi in pratiche positive di salute, considerate come parte di uno stile di vita più generale che riflette la capacità dei soggetti di anticipare i problemi, prevenendo la morbilità e la mortalità, e di mobilitarsi per far fronte ad essi in modo attivo. E tuttavia non sembra molto diffuso uno stile di vita ‘protettivo’ della salute. Infatti, indagini recenti hanno evidenziato la forte diffusione tra la popolazione di questi comportamenti patogeni: la sedentarietà riguarda il 65% degli italiani, il soprappeso il 41%, l’uso di alcool il 10% circa, il fumo il 30%.” (2) “Incrementare i livelli di attività fisica aiuterà a prevenire e a tenere sotto controllo più di 20 fattori di rischio e di malattia, compreso il cancro, le malattie cardiovascolari, il diabete e l’obesità. Questo incremento può, inoltre, favorire lo stato di benessere mentale. Molti datori di lavoro ammettono di avere un obbligo nei confronti della salute e del benessere della propria forza lavoro. Investire sulla salute dei lavoratori può avere anche dei riscontri in termini di benefici aziendali, come la diminuzione di assenze per malattia, l’aumento di fedeltà da parte dei lavoratori e la garanzia di staff funzionali e consolidati.” (3) “In molte aziende americane sono previsti appositi spazi adibiti a palestre e centri fitness per i dipendenti, oltre a orari nei quali si può svolgere attività fisica. L’intento è quello, fornendo un servizio ai propri dipendenti, di migliorarne il benessere psico-fisico e, di conseguenza, la produttività. Tale modus operandi svolge inoltre un ruolo essenziale nella prevenzione delle malattie cardiovascolari o l’obesità (particolarmente diffusa proprio negli USA). In Italia, a parte poche aziende, questo modello di wellness aziendale non si è ancora diffuso.” (4) Il National Institute for Health and Clinical Excce (NICE) ha realizzato la NICE public health guidance 13 che è una linea guida che formula raccomandazioni sulla prevenzione e sulla promozione della salute.

Le raccomandazioni sono 4:

1. politiche e pianificazione

- viene spiegato chi dovrebbe agire e cioè i datori di lavoro, gli operatori sanitari che si occupano di salute pubblica, i rappresentanti dei lavoratori;

- sono descritte le azioni da intraprendere attraverso l’elaborazione di un piano o una politica aziendale per incoraggiare e sostenere i lavoratori a svolgere maggiore attività fisica.

2. implementazione di un programma di attività fisiche

- viene spiegato chi dovrebbe agire e cioè i datori di lavoro, gli operatori sanitari che si occupano di salute pubblica, i rappresentanti sindacali;

- sono descritte le azioni da intraprendere attraverso l’introduzione ed il monitoraggio di un progetto aziendale volto ad incoraggiare i lavoratori a svolgere attività fisica prevedendo: politiche di lavoro flessibile e forme di incentivo; politiche per incoraggiare a camminare; passaggi di informazioni su come mantenersi attivi e sui benefici dell’attività fisica; offerta di controllo medico da parte di personale sanitario qualificato.

3. elementi che compongono un programma di attività fisica

- viene spiegato chi dovrebbe agire e cioè i datori di lavoro, gli operatori sanitari che si occupano di salute pubblica, i rappresentanti sindacali;

- sono descritte le azioni da intraprendere: incoraggiare i lavoratori a percorrere il tragitto casa-lavoro-casa, o una parte di esso, a piedi, in bicicletta o usando altri mezzi che permettano loro di fare esercizio fisico, eventualmente comprendendo il tragitto casa-lavoro come orario di lavoro; aiutare i lavoratori a mantenersi fisicamente attivi durante la giornata lavorativa;

4. sostenere i datori di lavoro

- viene spiegato chi dovrebbe agire e cioè i Direttori e gli operatori di sanità pubblica, Associazioni attive nell’ambito della promozione dell’attività fisica, o della salute occupazionale.

- sono descritte le azioni da intraprendere: offrire supporto ai datori di lavoro fornendo informazioni sulle risorse locali o in merito ai servizi offerti da esperti di attività fisica, , gli operatori sanitari che si occupano di salute pubblica, i rappresentanti sindacali.

Con la direttiva del Ministro della Funzione Pubblica del 24 marzo 2004, sulle misure finalizzate al miglioramento del benessere organizzativo nelle Pubbliche Amministrazioni, il Dipartimento della Funzione Pubblica ha rappresentato l'intento di sostenere la capacità delle Amministrazioni Pubbliche di attivarsi, oltre che per raggiungere obiettivi di efficacia e di produttività, anche per realizzare e mantenere il benessere fisico e psicologico delle persone evidenziando, tra i diversi punti, che:

- Le amministrazioni sono invitate a valutare e migliorare il benessere all'interno della propria organizzazione rilevando le opinioni dei dipendenti sulle dimensioni che determinano la qualità della vita e delle relazioni nei luoghi di lavoro e realizzando opportune misure di miglioramento, tra le quali:

a. valorizzare le risorse umane, aumentare la motivazione dei collaboratori, migliorare i rapporti tra dirigenti e operatori, accrescere il senso di appartenenza e di soddisfazione dei lavoratori per la propria amministrazione;

b. prevenire i rischi psico-sociali di cui al decreto legislativo n. 626/1994.

- La convivenza organizzativa non può svolgersi soltanto sotto la dimensione del governo gerarchico e delle scansioni procedurali, una variabile altrettanto fondamentale è rappresentata dal sentire individuale e dalle relazioni informali tra le persone che interagiscono nello stesso ambiente di lavoro.

- Per assicurare il benessere organizzativo le amministrazioni devono prestare attenzione a diverse variabili, tra le quali:

a. Riconoscimento e valorizzazione delle competenze: l'amministrazione riconosce e valorizza le competenze e gli apporti dei dipendenti e stimola nuove potenzialità, assicurando adeguata varietà dei compiti ed autonomia nella definizione dei ruoli organizzativi nonché pianificando adeguati interventi di formazione.

b. Comunicazione intraorganizzativa circolare: l'amministrazione ascolta le istanze dei dipendenti e stimola il senso di utilità sociale del loro lavoro.

c. Prevenzione degli infortuni e dei rischi professionali: l’Amministrazione adotta tutte le azioni per prevenire gli infortuni e i rischi professionali.

d. Clima relazionale franco e collaborativo: L’amministrazione stimola un ambiente relazionale franco, comunicativo e collaborativo.

In Italia negli ultimi anni è aumentato l’interesse verso la tematica e la nuova normativa in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro (D.Lgs 81/08) ha esplicitato in modo incisivo l’obbligo di valutare i rischi correlati allo stress lavoro-correlato che inizialmente la scadenza di tale valutazione era il 31 maggio poi è stata prorogata al 31 agosto ed attualmente la nuova scadenza è il 31 dicembre 2010.

In merito alla prevenzione di rischi psicosociali, lo psicologo nei contesti lavorativi potrebbe svolgere attività di:

- ascolto e supporto psicologico, in modo che l’individuo in condizioni di difficoltà possa rivolgersi per affrontare una situazione di disagio o di malessere nel contesto lavorativo, oppure di disagio familiare che ha effetti sul lavoro;

- promozione del benessere fisico, psicologico e sociale stimolando gli individui ad un percorso di autoconsapevolezza che possa agevolare la progressione nei sotto elencati stadi teorizzati con il modello transteoretico Di Clemente e Prochaska (5):

a. Nella prima fase, chiamata precontemplativa, i soggetti non sono consapevoli o interessati alle conseguenze del proprio comportamento nocivo e quindi non esprimono alcuna intenzione di cambiare nell’immediato futuro.

b. Le persone che dichiarano di aver pensato di cambiare il comportamento ma senza assumersi ancora impegni precisi verso una modifica, si trovano nella fase contemplativa.

c. La fase di preparazione indica l’intenzione di agire nel futuro prossimo e la presenza di tentativi di cambiare il proprio comportamento in passato.

d. La fase di azione è caratterizzata da processi di liberazione, di rivalutazione di sé, attraverso i quali il soggetto si convince di essere capace di cambiare e si impegna nel modificare il proprio comportamento per un certo periodo.

e. Quando l’azione si mantiene per un tempo superiore, si dice che la persona ha raggiunto lo stadio del mantenimento.

L’obiettivo atteso è contribuire al raggiungimento delle DIMENSIONI che rappresentano le componenti principali del costrutto di salute organizzativa.

Secondo tale costrutto un’organizzazione può considerarsi in buona salute se:

1. Allestisce un ambiente di lavoro salubre, confortevole e accogliente;

2. Pone obiettivi espliciti e chiari ed è coerente tra enunciati e prassi operative;

3. Riconosce e valorizza le competenze e gli apporti dei dipendenti e libera nuove potenzialità;

4. Ascolta attivamente;

5. Mette a disposizione le informazioni pertinenti al lavoro;

6. E’ in grado di governare l’espressione della conflittualità entro livelli tollerabili di convivenza;

7. Stimola un ambiente relazionale franco, comunicativo, collaborativo;

8. Assicura rapidità di decisione, scorrevolezza operativa e supporta l’azione verso gli obiettivi;

9. Assicura equità di trattamento a livello retributivo, di assegnazione di responsabilità, di promozione del personale;

10. Mantiene livelli tollerabili di stress;

11. Stimola, nei dipendenti, il senso di utilità sociale contribuendo a dare senso alla giornata lavorativa dei singoli e al loro sentimento di contribuire ai risultati comuni;

12. Adotta le azioni per prevenire gli infortuni e i rischi professionali;

13. Definisce i compiti dei singoli e dei gruppi garantendone la sostenibilità;

14. E’ aperta all’ambiente esterno e all’innovazione tecnologica e culturale.

 

(1)   Libro bianco sullo sport, Commissione delle Comunità Europee, Bruxelles 11.07.2007

(2)   ZANI B., CICOGNANI E, Psicologia della salute, Il Mulino, Bologna 2000, p. 29.

(3)   NICE public health guidance 13, National Institute for health and Clinical Excellence 2008.

(4)   Commissione per la Vigilanza e il Controllo sul doping e per la tutela della salute nelle attività sportive.

(5)   ZANI B., CICOGNANI E, opera citata, p. 54.

La comunicazione assertiva
di Lanari Gianni, Calbi Nunziata - Ed. Finson

L'assertività o arte del rapporto interpersonale è, in Italia, una disciplina ancora misconosciuta. Essa descrive un modo di agire e uno stile relazionale in cui il rispetto dei propri desideri e bisogni riveste un ruolo di primo piano, mantenendo allo stesso tempo l'attenzione ai diritti e all'uguaglianza tra le persone. Il manuale guida il lettore lungo un percorso di crescita e auto-miglioramento che conduce all'equilibrio con se stessi e a una migliore interazione con gli altri...

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