Benvenuti! Telefonateci ai n. 0622796355 - 3473157728.  Siamo a ROMA in Piazza Sempronio Asellio 7 (metro A Giulio Agricola/Tuscolana/Don Bosco/Cinecittà)

Il C.I.S.P. ti offre la possibilità di avere a disposizione gratuitamente per trenta minuti uno Psicoterapeuta a cui poter fare qualsiasi tipo di domanda riguardante il potenziamento del tuo BENESSERE. Per usufruire del servizio...

PSEUDODEMENZA DEPRESSIVA: UN CASO CLINICO

  Vincenza Berardi

Le difficoltà di diagnosi differenziale, nel soggetto anziano,tra sindrome psichiatriche e quadri di deterioramento cognitivo, soprattutto se in fase iniziale, sono notevoli.I sintomi di depressione o di ansia, in modo particolare negli anziani,possono interferire con la prestazione cognitiva, ma la determinazione della presenza di tali sintomi psichiatrici non facilita la diagnosi differenziale, in quanto in essi possono coesistere o esordire insieme ad un deterioramento cognitivo.A tal proposito, ci sono stati diversi tentativi di caratterizzare meglio le diverse presentazioni cliniche possibili. Per esempio, Feinberg e Goodman(1) propongono di distinguere 4 principali situazioni di associazione tra demenza e depressione:

-          depressione che si presenta come demenza – pseudodemenza depressiva

-          demenza che si presenta come depressione – pseudodepressione

-          depressione con demenza secondaria – Dementia syndrome of depression

-          demenza con depressione secondaria – Depressive sindrome of demenza.

Attualmente la maggior parte degli studiosi presuppongono che la depressione e la demenza nell’anziano costituiscono un “continuum” di possibili estrinsecazioni cliniche e che è fondamentale, vista la frequente difficoltà di differenziare questi due quadri, rilevare la presenza di sintomi depressivi e trattarli in maniera adeguata, sottolineando che spesso è necessario un trattamento deciso e prolungato per ottenere un miglioramento.La prognosi e le linee terapeutiche sono quelli tipici dei disturbi depressivi che di solito implicano un esito positivo e quindi una reversibilità nel tempo dei sintomi cognitivi.Diversi autori, però, segnalano casi di soggetti con disturbi cognitivi che inizialmente sono secondari a quadri depressivi e che successivamente nel 50% svilupperebbero nell’arco di 5 anni una vera e propria demenza (2,3,4,5,6,7,8,9,10,11,12).I quadri di deficit secondario alla presenza di un disturbo depressivo indicati come pseudodemenze depressive, di cui ci interesseremo in questo lavoro, evidenziano un tono dell’umore orientato sempre in senso depressivo, che di solito non è l’aspetto principale, e un deficit motivazionale quale la mancanza di interesse nelle cose. I pazienti spesso si lamentano in modo esplicito dei loro deficit cognitivi, mentre i parenti sono consapevoli della presenza del deficit mnemonico e sono in grado di indicarne l’inizio con sufficiente precisione.Nella tabella 1 vengono presentati i principali criteri distintivi tra demenza e pseudodemenza depressiva che possono essere utili per una diagnosi differenziale che comunque resta complessa.(13)

Tabella 1 CARATTERISTICHE DISTINTIVE TRA DEMENZA E PSEUDODEMENZA DEPRESSIVA

 

Demenza

Pseudodemenza depressiva

Insorgenza insolita

Insorgenza improvvisa

Progressione lenta

Progressione rapida

Paziente non consapevole

Paziente consapevole

Confabulazioni

Disturbi della memoria

Il paziente sminuisce la disabilità

Enfasi della disabilità

Comportamento congruo all’entità del deficit

Comportamento spesso incongruo all’entità del deficit

Spesso mancanza di risposte

Risposte globali (per esempio “non so”)

Peggioramenti notturni

Non variazioni notturne

Umore incongruo

Umore depresso

Scarsi sintomi vegetativi

Frequenti sintomi vegetativi

Precedenti psichiatrici non frequenti

Precedenti psichiatrici

Rischio di suicidio basso

Rischio di suicidio elevato

 

Una adeguata valutazione testistica può evidenziare una performance sensibilmente ridotta ma non comparabile a una grave demenza, resta comunque importante una precisa valutazione della rilevanza dei deficit cognitivi riscontrati e il controllo della loro evoluzione nel tempo.Va ricordato che nella valutazione psicometria è molto importante tenere in considerazione l’attivazione ansiosa di un paziente con sospetto deterioramento cognitivo in quanto la sua prestazione cognitiva avrà un andamento molto caratteristico a forma di U rovesciata (secondo la legge di Yerkes e Dodson 1908 citata da Spinnler, 1991) (14), che sta ad indicare che la qualità delle prestazioni del paziente andrà a migliorare sino ad un livello di attivazione ottimale, per poi essere progressivamente ridotta con l’aumentare dello stato ansioso.I test neuropsicologici evidenziano una certa compromissione sia della memoria a breve termine sia di quella a lungo termine,probabilmente a causa di deficit attentivi, con difficoltà di concentrazione e distraibilità che interferiscono sulla capacità di apprendimento del paziente.Di solito non sono presenti confabulazioni, agnosie,afasie o alterazioni percettive , di linguaggio e calcolo.Quello che si verifica è piuttosto una modificazione qualitativa dei processi cognitivi e decisionali che sono rallentati e non una modificazione qualitativa delle informazioni elaborate.Di solito si evincerà una minore efficienza nell’intelligenza non verbale, nelle abilità prassiche, nella memoria visiva non verbale, nella velocità di processamento delle informazioni, nei compiti di tipo esecutivo, nei test di fluenza verbale, nella velocità di inizio ed esecuzione di compiti sia motori che intellettivi(12).La misura più efficace per distinguere la pseudodemenza dalla demenza tipo AD sono le prove di riconoscimento in quanto i depressi adottano un diverso criterio di risposta e cioè tendono a commettere più frequentemente errori di ommissione, mentre i pazienti con demenza producono molti falsi riconoscimenti (Gainotti e Marra, 1994 ) (14).Inoltre un’altra peculiarità dei depressi è che è conservata la capacità normale di organizzazione del materiale da ricordare che non trova un correlato nella demenza ( La Rue,1992) (14).I disturbi cognitivi sono di solito proporzionali all’entità della depressione e migliorano con il trattamento e la risposta clinica.Per concludere riporto a titolo esemplificativo un caso di pseudodemenza depressiva giunto all’osservazione clinica nell’ambulatorio di Neuropsicologia del S. Spirito di Roma.Il signor Claudio, di 55 anni e 13 anni di scolarità, al momento della prima visita nel Gennaio 2001 insegnava Educazione Tecnica in una scuola media.Dall’osservazione comportamentale risultava rallentato nei movimenti e nell’eloquio, inoltre iniziò subito ad affermare che non ce la faceva più a lavorare in quanto non riusciva più a fare le cose che faceva prima, aveva problemi di memoria, non si sentiva bene e né autonomo come prima.La moglie riferiva che i problemi maggiori riguardavano il comportamento del marito che aveva crisi ansiose ( per esempio mentre stava seduto tranquillamente, all’improvviso si alzava ed andava a controllare se vi fosse qualcosa o qualcuno nell’altra stanza, per poi ritornare seduto ), umore depresso,insonnia,inappetenza, associati ad importanti aspetti regressivi, per cui necessitava di essere aiutato da lei in molte delle attività della vita quotidiana.Inoltre, la moglie asseriva che i problemi erano iniziati a Settembre del ’98, quando al compleanno della madre se ne stava seduto, immobile a fissare il vuoto, inoltre ricorda che quel giorno rientrando in macchina da Ladispoli il marito ha iniziato a sbandare in quanto si era addormentato mentre guidava ( da allora non ha più guidato), al rientro a casa ha iniziato a vomitare ed è stato accompagnato al pronto soccorso dove non gli era stato riscontrato nulla di patologico, le dimenticanze e il suo star male sono iniziate da quel giorno.Nell’Aprile del ’99 gli è stata diagnosticata una grave depressione, successiva alla perdita della madre, da allora ha presentato sintomi di isolamento, insonnia, mancanza di interessi, andava solo al lavoro forzandosi e poi rimaneva a casa senza fare nulla e spesso guardava nel vuoto; da allora era in cura farmacologia presso un neuropsichiatria che l’aveva inviato da noi per valutare la sua efficienza cognitivaNell’Ottobre del ’99 aveva ottenuto il 65% di invalidità permanente e con l’articolo 23 era stato distaccato in un lavoro di ufficio.Dall’anamnesi personale si evinse che il signor Claudio da bambino era mancino e che era stato corretto dai suoi per cui attualmente è ambidestro. L’anamnesi familiare segnalava la bisnonna paterna con una patologia di arteriosclerosi .Le RM magnetiche cerebrali effettuate nel Luglio del ’99 e  nel 2002 erano risultate negative.Gli strumenti utilizzati per lo screening e la valutazione cognitiva globale, nell’ambulatorio di Neuropsicologia sono stati i seguenti:

-                       MMSE Mini Mental State Examination (16),

-                        MODA Milan Overal Dementia Assessment (15),

-                       ADAS Alzheimer’s Disease Assessment Scale(20),

-                       CPM Coloured Progressive Matrices (17)),

-                        IADL  Instrumental Activities of Daily Living(18),

-                        ADL  Activity Daily Living (18),

-                       GDS Geriatric Depression Scale(21).

La tabella 2 mostra i test neuropsicologici somministrati al signor Claudio nel Gennaio del 2001 e in una seconda valutazione effettuata nel Gennaio del 2003 e i punteggi ottenuti.Durante questi due anni gli era  stata riconosciuta una invalidità del 80% e dal 2002 era in pensione, e stava continuando la terapia farmacologica abbinata ad una psicoterapia di gruppo.Le prove eseguite nel 2001 ai test hanno evidenziato che la prestazione del signor Claudio alle prove aveva una caduta selettiva nelle prove di memoria verbale, nelle prove contro tempo, con errori di omissioni nelle prove di riconoscimento e in quelle attenzionali a differenza dei pazienti affetti da malattia di Alzheimer che presentano una compromissione omogenea di tutte le funzioni cognitive esplorate dalle batterie ( C.Caltagirone,22).Inoltre era presente una depressione di grado grave che aveva compromesso l’autonomia del paziente sia nelle attività della vita quotidiana che in quelle strumentali. Comunque i deficit cognitivi riscontrati erano di lieve entità e non erano tali da determinare una così ampia perdita di autonomia nelle attività della vita quotidiana. Pertanto si era ipotizzata una diagnosi di pseudodemenza depressiva che doveva essere verificata nel tempo con un controllo.Il retest eseguito a distanza di due anni ha pienamente confermato l’ipotesi iniziale in quanto non solo non si era verificato alcun peggioramento nelle abilità cognitive, ma come prevedibile, si erano rilevati dei miglioramenti con il regredire della gravità della sintomatologia depressiva. In conclusione i test neuropsicologici hanno dimostrato di essere provvisti di un buon valore diagnostico nel distinguere dementi in fase iniziale da depressi pseudo - dementi (19).

 

Tabella 2 PROTOCOLLO DELLE PROVE

 

PROVE DEL 29.01.2001                                                                        PROVE DEL 08.01.2003

 

            M.O. D. A.                                                                                           M. O. D. A.

Test di orientamento temporale                   9.7/10

Test di orientamento temporale               9.9/10

 

Test di orientamento spaziale                      3  /  3

Test di orientamento spaziale                  3  /  3

 

Test di orientamento personale                  10 /10

Test di orientamento personale              10 /10

 

Test di orientamento familiare                   11 /12          

Test di orientamento familiare                 9/12

 

Scala di autonomia nel quotidiano             14 /15

Scala di autonomia nel quotidiano         13/15

 

Apprendimento reversal                              5 / 5

Apprendimento reversal                          5 / 5

 

Test attenzionale                                         8 /10

Test attenzionale                                      9 /10

 

Intelligenza verbale                                    3 / 6

Intelligenza verbale                                 4 /  6

 

Raccontino                                                 5.4/ 8

Raccontino                                             7.7/ 8

 

Test di produzione di parole                      3 / 5

Test di produzione di parole                   4 / 5

 

Test dei gettoni                                          5 / 5

Test dei gettoni                                       5 / 5

 

Agnosia digitale                                        4 / 5

Agnosia digitale                                     4 / 5

 

Aprassia costruttiva                                  3 / 3

Aprassia costruttiva                               3 / 3

 

Steet’s completion test                             3 /3

Steet’s completion test                          3 /3

 

Punteggio totale                                  87.1/100

Punteggio totale                               89.3 /100

 

Punteggio totale corretto                    83.8/100                     

Punteggio totale corretto                  86.4/100

 

Cut-off < 85.5 = non normale

Cut –off  85.5 – 89.0 = borderline

 

 

 

 

M.M.S.E.  PT= 28/30     PC= 26.31   normale

M.M.S.E.  PT= 29/30     PC= 27.31   normale

 

Raven  Pm 47 PT=25/36 PC=23.30 PE=2 normale

Raven  Pm 47  PT=30/36 PC=28.30 PE=3 normale

 

A.D.L.Autonomia nelle attività della vita quotidiana PT = 2/6

A.D.L. Autonomia nelle attività della vita quotidiana

 PT = 3/6

 

I.A.D.L. Autonomia nelle attività strumentali della vita quotidiana PT = 1/8

I.A.D.L. Autonomia nelle attività strumentali della vita quotidiana PT = 2/8

 

G.D.S. =22/30  depressione grave

G.D.S. =17/30  depressione lieve

 

A.D.A.S.

A.D.A.S.

 

Rievocazione dei vocaboli              RI/3 =4/10  RR =6/10

Rievocazione dei vocaboli            RI/3 =3.3/10  RR =3/10

 

Ordini                                                         0/5

Ordini                                                         0/5

 

Denominazione degli oggetti e delle dita  0/5

Denominazione degli oggetti e delle dita   0/5

 

Orientamento                                             0/5

Orientamento                                              1/5

 

Riconoscimento di vocaboli            RI/3=4/12  RR =3/12

Riconoscimento di vocaboli          RI/3  =3.3/12  RR=6/12

 

Ricordo delle istruzioni del test                1/5

Ricordo delle istruzioni del test                 1/5

 

Prassia costruttiva                                     0/5

Prassia costruttiva                                       0/5

 

Prassia ideativa                                                  0/5

Prassia ideativia                                                  0/5

 

Linguaggio parlato                                    0/5

Linguaggio parlato                                      0/5

 

Comprensione del linguaggio parlato       0/5

Comprensione del linguaggio parlato         0/5

 

Difficoltà nel reperimento dei

vocaboli nel linguaggio spontaneo           1/5

Difficoltà nel reperimento dei

vocaboli nel linguaggio spontaneo             0/5

 

PT.= 10/70    PTC.= 8   deterioramento assente

PT.= 8.6/70  PTC.= 6.6   deterioramento assente

 

 

 

BIBLIOGRAFIA

(1)   Feinberg T., Goodman B. Affective illness,dementia and pseudodementia. J. Clin Psychiatry   1984;

(2)   Alexopoulos GS., Meyers BS., Young RC., Mattis S., Kakuma T., The course of geriatric  depression with “ reversible dementia”: a controlled stuidy. Am J. Psychiatr 1993.

(3)   Alexopoulos GS., Chester JG., Outcomes of geriatric depression. Clin Ger. Med 1992

(4)   Busse EW. Aging and psychiatric disease of late life. In Arieti S.(editor). New York: American Handbook Psychiatriy, Basic Book,1975.

(5)   Emery VO., Oxman TE., Update on the dementia spectrum of depression. Am J Psychiatry, 1992.

(6)   Goldstein K., Functional disturbances in brain damage. In Arieti S (editor). New York: American Handbook Psichiatry, Basic Books, 1975.

(7)   Kral VA., Emery OB., Long – term follow-up of depressive pseudodementia of the aged. Can J Psichiatry 1989.

(8)   Mattos P. Citalopram, Depression and pseudodementia: a neuropsychologicol case study. Arq Neuropsiquiatr 1995.

(9)   Reding M., Hoycox J., Blass J., Depression in patients referred to a dementia clinic: a 3 year prospective study. Arch Neurol 1985.

(10)    Speek CE., KuKull WA., Brenner DE, et al. History of depression as a risk factor for Alzheimer’s disease. Epidemiol 1995.

(11)    Wells CE., Pseudodementia. Am J Psychiatry 1979.

(12)     Scacco Paolo, Padoani Walter, De Leo Diego” Le alterazioni delle funzioni cognitive in corso di malattie psichiatriche” in Le Demenze, Utet 1998.

(13)    Bianchetti Angelo, Trabucchi Marco “La valutazione del demente” in Le Demenze, Utet 1998.

(14)     Denes Gianfranco e Pizzamiglio Luigi Manuale di Neuropsicologia Normalità e Patologia dei processi cognitivi, Zanichelli 1996.

(15)    Brazzelli M., Capitani E., Della Sala S. et al. A neuropsychologicol instrument adding to the description of patients with suspected cortical dementia: Milan overall dementia assessment. J Neurol Neurosurg Psichiatr 1994.

(16)    Folstein MF., Folstein SE., McHugh Pr., Mini Mental State : a praticol method for grading the cognitive state of patients for the clinician. J Psychiar Res 1975.

(17)    Raven JC., Progressive Matrices Sets A, Ab, B : board and book forms London, Lewis 1947.

(18)    Lauton Mp., Brody EM., Assessment of older people : self – maintaining and instrumental activities of daily living, Gerontologist 1969.

(19)    Straker M. Demenza o depressione ? , Medico Paziente 1984.

(20)    Fioravanti M., ADAS Alzheimer’s Disease Assessment Scale : versione italiana. Manuale O.S. Organizzazioni Speciali , Firenze 1996.

(21)    Yersavage JA., Brink TL., Rose TL., et al. Development and validation of geriatric depression screening scale : A preliminary report . J Psy chiatr Res 1983.

(22)    Caltagirone C., Benedetti N., Nocentini U., Gainotti G. Demenza e pseudodemenza depressiva: diagnosi differenziale su base neuropsicologica. Archivio Psicologia, Neurologia psichiatrica 1985.

 

  P S I C   T V  La Web Tv per la Psicologia e La Psicoterapia   

 


CISP

www.psic.tv  www.cisp.info  www.attacchidipanico.it  www.psicoterapie.org  www.tossicodipendenze.net
 www.disturbisessuali.it  www.ossessioniecompulsioni.it  www.terapiadicoppia.it  www.prevenzione-psicologica.it www.psicosi.net  www.fobia.it  www.depressioni.it  www.ansie.it  www.infanziaeadolescenza.info  www.terapiedigruppo.info  www.psicoterapie.info  www.lavorodigruppo.eu www.disturbialimentari.com

ritorna alla homepage

Copyright © CISP