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PERDONO E RICONCILIAZIONE.

Appunti di tirocinio con il Centro Italiano Sviluppo Psicologia.

Programma radio del 5 Aprile 2012

 

La tematica di oggi è il perdono. La puntata inizia con la testimonianza di una donna di origini francesi che racconta la sua esperienza e il significato del perdono per lei. Sottolinea che esistono due tipi di perdono: quello verso gli altri e quello verso se stessi. Il perdono infatti può darsi a diversi livelli: quando si verifica tra persone considerate in quanto tali, nella fattispecie tra la vittima ed il responsabile dell’evento offensivo, si parla di perdono interpersonale. Nel caso in cui chi si è reso responsabile di un’offesa decida di perdonare a sé medesimo, si parla di perdono intrapsichico, anche se in questo caso è più opportuno parlare di accettazione di sé. La testimone continua il suo intervento esponendo la fatica che comporta la ricostruzione di fiducia verso l’altro e il fatto che non è scontato l’approccio e la scelta che portano al perdono. Perdonare è, quindi, una scelta personale incondizionata: è una via che il soggetto può decidere di percorrere indipendentemente sia dalle eventuali reazioni di pentimento e contrizione manifestate dall’artefice dell’offesa, sia dalle pressioni esercitate dall’esterno. Viene paragonato poi il perdono ad un dono: è qualcosa di sé o di tutto se stesso che si dona all’altro, senza attendersi nulla in cambio. Inoltre, anche la dottoressa rafforza il concetto affermando che spesso  è inteso anche quale agente di cambiamento, giacché introduce un nuovo modo di vedere e di vivere gli eventi dolorosi del passato, senza per questo sminuirne la gravità. Permette, inoltre, di considerare in termini più positivi chi ci ha offeso, giudicandolo un essere umano fallibile e limitato al pari di chi è stato da lui offeso. Secondo alcuni autori inoltre, il perdono costituirebbe un cambiamento anche nel senso che determinerebbe una nuova suddivisione del potere all’interno della relazione tra vittima ed offensore. Infine la testimone espone quanto per lei il perdono non sia un atto immediato ma un lungo processo interiore che riguarda la relazione con se stessa oltre che con l’offensore. Il perdono pertanto è l’esito di complessi processi cognitivi, emotivi e comportamentali. Le componenti emotive concernono le diverse reazioni positive o negative provate sia dalla vittima sia dall’artefice dell’offesa: la rabbia, il desiderio di rivalsa, l’empatia e la compassione nutrite dalla vittima nei confronti dell’offensore oppure la vergogna, il senso di colpa od il sollievo di fronte al perdono ricevuto provati dall’offensore. Le componenti cognitive acquistano maggior rilevanza nella vittima, poiché essa è chiamata a rielaborare l’accaduto, valutando l’offesa subita e la sua gravità, individuando le responsabilità al riguardo, facendo un bilancio dei costi e dei benefici che ne sono conseguiti. Questa rielaborazione porterà la vittima ad optare per il perdono oppure, al contrario, a rimuginare ripetutamente sull’offesa, cosa che fomenterà gli iniziali atteggiamenti vendicativi e/o di evitamento. Da ultime, le componenti comportamentali si manifestano nella vittima con l’esigere delle spiegazioni e l’assumere un comportamento più conciliante, mentre nell’offensore con lo scusarsi ed il domandare perdono. Pertanto quando il perdono comincia la sua opera liberatoria il rancore si affievolisce mentre la rabbia resta. La rabbia è energia che può essere incanalata. Il processo che porta al perdono, come sottolineato più volte durante il programma, non può essere mai un dovere, poiché non è possibile perdonare se non esercitando la propria libertà di scelta. La puntata termina ricordando che la tra due settimane si tratterà il disturbo post traumatico da stress.

 

ADDESTRAMENTO ASSERTIVO DI GRUPPO

Come avere successo in qualsiasi relazione

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