IL
GRUPPO IN BIODANZA
di
Nadia Zuccarello
Cos’è
Biodanza ?
Proviamo
a dare una definizione a partire dal significato del nome:
BIOS = VITA + DANZA= MOVIMENTO CON EMOZIONE
DANZA DELLA VITA danzare la propria vita, agire un movimento
con significato, un movimento che parta dal sentire.
Non si tratta di una danza strutturata, ognuno è invitato a trovare
il suo movimento all’interno delle proposte fatte dall’insegnante.
Come
nasce Biodanza ?
E’
nata dalle idee e dagli studi di Rolando Toro, psicologo e antropologo
cileno, il quale nel 1965 realizzò le prime esperienze con la danza in
ambito clinico, con pazienti dell’ospedale psichiatrico di Santiago del
Cile. Propose sessioni di danza nelle quali ebbe modo di vedere come
musiche diverse inducessero emozioni diverse, ad es i pazienti con grave
depressione miglioravano il tono dell’umore e la vitalità attraverso
musiche ritmiche mentre le musiche lente favorivano regressione e aumento
dei deliri nei pazienti psicotici.
Da queste prime osservazioni capì l’importanza dell’associazione tra
musica-movimento-emozione e continuò su questa strada estendendo il suo
metodo anche fuori dell’ambito clinico continuando a studiare e ad
approfondire e diffondere Biodanza, intesa in senso generale come:
sistema di sviluppo integrato dell’essere umano visto come un
tutto le cui parti sono in interazione tra loro e come un organismo
costantemente in relazione con altri organismi viventi e con l’ambiente.
Negli anni ottanta Biodanza si è diffusa rapidamente in gran parte del
sud america e li è nato il primo corpo docenti e le prime scuole di
formazione. Nel 1988 Rolando con alcuni altri insegnanti ha portato in
vari paesi europei la Biodanza stabilendosi poi in Italia dove è vissuto
fino a qualche anno fa prima di tornare nella sua terra dove tuttora vive
e continua a lavorare per la diffusione del sistema Biodanza.
Quali
sono le applicazioni di Biodanza?
-
Corsi settimanali per adulti
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Corsi per bambini e adolescenti
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Corsi per anziani
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Corsi per gestanti
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Corsi di riabilitazione per persone affette da disturbi motori, morbo di
Parkinson, Alzheimer, handicap mentale e fisico, disturbi
dell’umore, disturbi del comportamento alimentare, riabilitazione
psichiatrica
Cosa
offre il corso settimanale ?
-
Occasioni di vivere un contatto più profondo con se stessi
-
Un insieme di eco-fattori facilitanti il processo di sviluppo delle
potenzialità
-
L’occasione di vivere le emozioni in maniera integrata
-
Poter stare con le varie parti di sè, accogliendo le zone luminose e
anche quelle più scure e confuse per invitarle a far parte e anche a
trasformarsi in risorse.
-Il
gruppo come occasione di conoscersi meglio attraverso l’incontro con gli
altri.
-
Uno spazio che ci concediamo, un luogo dove rallentare e allentare le
tensioni, lo stress.
-
Sentire nuove possibilità per stare bene
-
Diventare più sensibili alle piccole cose che a volte correndo non
vediamo
Strumenti
:
musica, movimento, danza, gruppo
Rolando
Toro ha elaborato un modello teorico che possiamo intendere come un
contenitore all’interno del quale ci muoviamo in un processo di sviluppo
che tende verso il benessere, lo stare meglio con noi stessi e con gli
altri. Il sistema Biodanza è concepito come possibilità di ricreare
condizioni che stimolino e facilitino lo sviluppo delle possibilità, che
geneticamente ogni essere umano possiede, ma che non sempre ha modo di
esplorare ed esprimere pienamente.
Rolando ha individuato 5 forme di espressione del potenziale genetico e
propone di lavorare nella direzione di una loro integrazione
VITALITA’
= impulso vitale, tonicità muscolare, connessione con la vita,
conservazione della vita, capacità di riposare/capacità di attivarsi,
entusiasmo determinazione…..
SESSUALITA’=
non solo genitale, connessione con il desiderio, con il piacere anche
delle piccole cose, capacità di scegliere quello che ci piace,
abbandonarsi, poter ricevere, piacere di vivere.
CREATIVITA’
= capacità di esplorazione, innovazione, trasformazione, possibilità di
esprimersi, trovare soluzioni, osare, essere curiosi.
AFFETTIVITA’=
capacità di aprirsi, entrare in intimità, fiducia e capacità di ascolto
dell’altro, creare vincoli, aprire il cuore, farsi conoscere,
riconoscere l’esistenza dell’altro.
TRASCENDENZA = sentirsi parte di qualcosa, appartenenza, percezione
del legame con la natura e con gli altri esseri umani, pienezza
Gli
esercizi e le danze che compongono il sistema Biodanza si sviluppano
durante le sessioni in una sequenza che va a stimolare i due poli
dell’attivazione e del riposo.
La vita dal punto di vista biologico e psichico è una continua pulsazione
tra questi due poli : attivazione/riposo,
inspirazione/espirazione, raccoglimento/apertura.
L’immagine più evidente è quella della pulsazione cardiaca.
Biodanza vuole riscattare questo movimento organico vitale per
riconnetterci progressivamente alle funzioni originarie della vita che
tendono alla sua conservazione andando così nella direzione di un
maggiore benessere.
Il percorso di biodanza si basa sulla progressività e sulla
continuità. La proposta è di ascoltarsi e non costringersi a fare nulla
che procuri disagio, rispettare i propri limiti e allo stesso tempo
forzarli quando si sente che è possibile.
Si parte da quel movimento innovativo che fa parte dell’essere umano e
che lo porta ad andare nel mondo interno ed esterno a conoscere…… a
integrare modi nuovi di sentire e di sentirsi, a partire da piccoli
movimenti che fanno parte di sè ma che spesso si fanno in modo automatico
un po’ svuotato di senso.
Durante il percorso si lavora sull’integrazione affettivo- motoria ossia
sul rafforzamento della connessione fra il sentire e l’agire
sperimentando “movimenti con significato”.
In biodanza è molto importante l’accento posto sulla “cura”, la
cura verso il gruppo, la cura verso il processo delicato di ogni essere
umano che si trova immerso in una complessità dinamica in trasformazione.
Lavorando in gruppo vorremmo stimolare l’ascolto la comunicazione e la
voglia di fare cose insieme incontrandosi in un luogo che accolga le
diverse espressioni di ognuno.
Le
funzioni del gruppo in Biodanza
Il
gruppo è luogo e strumento insostituibile del processo di crescita e
cambiamento innescato dal sistema Biodanza.
Le funzioni del gruppo sono:
1)
funzione permissiva: permesso di ridurre la forza dei meccanismi di
difesa, permesso di essere, permesso di esprimere, permesso di esplorare e
di rischiare, permesso di stravolgere le regole.
2)
funzione facilitatrice: rinforzare le espressioni salutari di ognuno,
stimolare l’impeto vitale, il desiderio di contatto, l’allegria, la
creatività, i potenziali.
3)
funzione deflagrante : far “precipitare il processo di crescita”,
velocizzarlo, facendo emergere aspetti di sé che erano in ombra, favorire
insight.
4)
funzione integratrice: mettere insieme parti di sé, mettere in relazione,
mettere in movimento, accettare parti diverse trovando modalità creative
per farle convivere, non negare parti, portare alla luce e prendere cura.
5) funzione creatrice: indurre situazioni espressive.
6) funzione trascendente: favorire l’esperienza di un tutto e delle sue
parti in movimento, andare oltre l’ego, esplorare l’indifferenziato
con la possibilità di percepire l’essenza delle persone, oltre il
pregiudizio e le etichette sociali, vivere l’appartenenza come opposto
dell’isolamento.
Il
facilitatore è garante della formazione del gruppo come “utero
affettivo” nel quale le persone respirino soprattutto la libertà di
essere e di esprimersi in un costante feedback con i compagni.
Uno degli obbiettivi è che le persone diventino agenti di salute negli
altri gruppi di cui fanno parte nella loro vita al di fuori della sessione
di Biodanza.
La sessione si sviluppa in una parte di condivisione verbale seguita da
una parte corporea:
Il momento di verbalizzazione contribuisce all’integrazione del gruppo e
il facilitatore ha cura di riportare le persone a centrarsi sul proprio
vissuto nella dinamica della comunicazione, inoltre non fa uso dello
strumento interpretativo ma si limita ad accogliere i contenuti facendo
connessioni con il modello teorico.
Gradualmente si realizza una sempre maggiore confidenza e fiducia tra i
membri del gruppo che sono invitati a comunicare attraverso una modalità
di parola “emozionata”, una parola che si sviluppi in connessione con
il sentire.
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